“Maradona è stato un poeta” – ha detto Papa Francesco in un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport – “Ho incontrato Diego Armando Maradona in occasione di una partita per la Pace nel 2014: ricordo con piacere tutto quello che Diego ha fatto per la Scholas Occurrentes, la Fondazione che si occupa dei bisognosi in tutto il mondo”.
“Maradona è stato un poeta”
“In campo è stato un poeta, un grande campione che ha regalato gioia a milioni di persone, in Argentina come a Napoli, ma era anche un uomo molto fragile” – ha aggiunto il Santo Padre.
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“La pelota de trapo”
Poi, il Papa ha raccontato di quando era un bambino e giocava con “la pelota de trapo“, un pallone fatto di soli stracci.
“Il cuoio costava e noi eravamo poveri. La gomma non era ancora così abituale, ma a noi bastava una palla di stracci per divertirci e fare quasi dei miracoli giocando nella piazzetta vicino a casa. Da piccolo mi piaceva il calcio, ma non ero tra i più bravi, anzi ero quello che in Argentina chiamano un ‘pata dura’, letteralmente gamba dura. Per questo mi facevano sempre giocare in porta. Ma fare il portiere è stato per me una grande scuola di vita. Il portiere deve essere pronto a rispondere ai pericoli che possono arrivare da ogni parte.”
“Il doping annulla la dignità”
Sul doping: “Non è soltanto un imbroglio, è una scorciatoia che annulla la dignità. Il talento è un dono ricevuto ma questo non basta: tu ci devi lavorare sopra. Allenarsi, allora, sarà prendersi cura del talento, cercare di farlo maturare al massimo delle sue possibilità”.
Infine, il Pontefice su Alex Zanardi: “Quando vedo di che cosa sono capaci certi atleti, che portano impressa nel loro fisico qualche disabilità, rimango sbalordito dalla forza della vita”.