In Piemonte, dopo lo “stacco della spina” alle Awp, l’erario perderà 28 mln di Euro!

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Un importo che oscilla tra i 25 ed i 28 milioni di euro al mese è la cifra che rappresenta “il calo delle entrate erariali” che seguirà la prima scadenza del 30 novembre 2017, contemplata dalla Legge Regionale del Piemonte e che inizierà a “spegnere le Awp”. Questa cifra importante potrebbe anche impedire l’erogazione -a tutte le Regioni- dei fondi statali stabiliti per il finanziamento della cura e la prevenzione del gioco problematico il cui importo totale ammonta a 50 milioni di euro. Certamente, sono cifre che “suonano come un fragoroso allarme” e che saranno l’effetto appunto della Legge Regionale Piemontese.

I margini di manovra del bilancio statale sono risicatissimi e i piccoli spiragli che “il PIL è riuscito a costruire, anche contemplando come ricchezza quella sommersa”, non possono essere vanificati da fattori che si potrebbero “controllare meglio”. A causare questa instabilità, concorrerebbe lo “spegnimento” delle apparecchiature Awp, compresi i casino online, dalla rete generalista piemontese che, oltre a provocare un aumento della percentuale relativa alla disoccupazione -e che si riferisce ai primi mille addetti ai lavori del gioco che dal primo dicembre saranno lasciati a casa-, genererà un ammanco di circa 26-27 milioni di euro al mese di solo PREU, cifra notevole per le casse del nostro “caro Erario”.

Il PREU -a differenza delle imposte- non viene riscosso a seguito di liquidazione annuale, e quindi l’anno dopo rispetto alla dichiarazione, ma perviene alla Tesoreria in corso d’anno, sotto forma di acconti progressivi e “non ammette compensazioni”: non avendo, poi, questa tassa una “destinazione vincolata”, entra a far parte della “generale disponibilità corrente di cassa”, in pratica il cash, tanto per essere assolutamente chiari!
Senza contare, poi, che i “cosiddetti buchi di bilancio” continueranno ad ingigantirsi quando scadranno i termini che riguardano le altre Regioni, come l’Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Abruzzo e via seguitando. Questo, poiché l’ammanco di 26-27 milioni di euro al mese è una cifra forte, farà scattare scelte selettive che penalizzeranno senz’altro “i fondi”, magari anche quello per il gioco problematico, che in pratica si possono posticipare ed in questa selezione saranno senz’altro “privilegiati” i debiti scaduti che producono interessi passivi.

Bisognerà in effetti valutare e stabilire quanto la cifra del “buco Piemontese” sia realistica: su base annua, per il solo 2018, si dovrebbe arrivare a raggiungere un importo ragguardevole stimato in una cifra che oscilla tra i 300 ed i 320 milioni di euro. Il controllo di questo conto è pedestre se solo si va a considerare che la rete generalista piemontese -il numero di bar e tabacchi con Awp funzionanti- rappresenta il 7% dell’intera rete nazionale: da qui deriva che “la sua espulsione” andrà a generare un -7% dal flusso del PREU nazionale delle Awp che è di 4,6 miliardi l’anno.

Ma quando le scelte che vengono fatte “regionalmente” vanno a toccare gli interessi di tutto il Paese, onestamente ci si domanda se siano state davvero ben ponderate oppure se siano state fatte “di getto”: non bisogna dimenticare che, a ben sedici mesi dall’entrata in vigore della Legge Piemontese sul gioco, solo oggi ci si rende conto di aver “interdetto” il 99% del “suolo urbano delle città”: rimane però il dato di fatto, purtroppo, che pur di spegnere le Awp in bar e tabaccai in Piemonte forse si rischia di rimanere senza fondi per curare il gioco problematico in tutta Italia!

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