Anno nuovo, l’eterno ritorno dell’eguale?
Il 2024 è l’anno delle elezioni europee, ma in attesa dei cambiamenti politici e dei volti nuovi nel Parlamento di Bruxelles, comincia a crescere la lista dei vecchi che potrebbero tornare : Gianni Alemanno, Roberto Castelli, Roberto Formigoni, Nichi Vendola, Alfonso Pecoraro Scanio e persino qualche vecchio socialista. Nietzsche parlava dell’eterno ritorno dell’eguale.
L’eterno ritorno dell’eguale è la ripetizione eterna di tutte le realtà e gli eventi del mondo. Il pensiero dell’eterno ritorno ha un carattere selettivo perché distingue l’uomo dal superuomo. L’uomo avverte la prospettiva dell’eterno ripetersi del tutto come un’ “eterna sanzione”, un “peso”.
Alemanno e la sua Indipendenza
A destra, come a sinistra, c’è chi fonda nuovi partiti, come l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, che dichiara di avere un’indole e anche una vera e propria predisposizione naturale per la politica, perché sente che la sua vita si debba sempre intrecciare con quella degli altri.
Alemanno cominciò giovanissimo a fare politica nel Msi e per anni è stato leader della destra sociale e ora dopo diverse vicissitudini giudiziarie ha fondato un nuovo partito. La forza politica, chiamata Indipendenza si avvale anche a sorpresa del contribuito del comunista Marco Rizzo.
In questo contenitore ci sono perfino ex esponenti di Casapound, sovranisti, no vax, antiglobalisti ed esponenti di Italia sovrana e popolare, l’alleanza euroscettica e populista, che raccolse poco più dell’un per cento alle politiche.
Dopo l’inchiesta Mondo di mezzo Alemanno è stato affidato ai servizi sociali presso una comunità sociale nella quale collabora Suor Paola, sua vecchia amica e storica tifosa della Lazio.
L’ex sindaco di Roma ha rotto con Fratelli d’Italia perché ha ritenuto il partito troppo moderato, mentre Alemanno avverte come pericolo maggiore per l’Italia la mancanza ormai cronica d’indipendenza, che rischia di estromettere il paese dalle scelte più importanti della Nato.
Con Castelli nasce il Partito Popolare del Nord
Anche l’ex ministro della Giustizia ed esponente della lega Roberto Castelli ha deciso di fondare un movimento politico, il Partito Popolare del Nord.
Castelli dichiara di aver deciso a settantasette anni di fare un partito obtorto collo perché dieci anni fa dopo 21 anni di Parlamento e 8 di governo, aveva deciso di concludere la sua esperienza politica. Poi però l’ex Guardasigilli ha capito che gli ideali della Lega si stavano esaurendo e così ha deciso di ributtarsi nella mischia, soprattutto per colpa di Matteo Salvini, che pensa solo al Ponte sullo Stretto di Messina e non ha più nessun interesse per le sorti del settentrione, la cosiddetta Padania.
Secondo Castelli il federalismo è stato ucciso dal meridionalismo e proprio da chi avrebbe dovuto affossarlo.
Formigoni uscito dagli arresti domiciliari, si dichiara pronto a tornare a fare politica
Sulla sponda di centrodestra emerge anche Roberto Formigoni, che ha appena finito di scontare una pena a 5 anni e 10 mesi per corruzione.
L’ex governatore lombardo è uscito anche dagli arresti domiciliari e si dichiara adesso pronto a tornare a fare politica e a candidarsi per le elezioni europee ovviamente sempre in una formazione di centrodestra.
Formigoni ha un anno in meno di Castelli, ha passato quasi due decenni a guidare la Lombardia, ma è soprattutto un esponente storico di Comunione e Liberazione.
Formigoni rivendica ancora l’appartenenza a CL, anche se dichiara che la stessa è cambiata nel corso degli anni e il tempo trascorso nel carcere di Bollate sarebbe stato solo la conseguenza di una sentenza politica, per cui ora si sente pronto a riprendere l’attività che lo ha tenuto impegnato sempre nella sua vita a favore del settentrione, cercando solo la collocazione giusta nel centrodestra per arrivare a Bruxelles.
Vendola, un ritorno dimezzato
Sulla sponda sinistra Nicola Maria Vendola, detto Nichi, o anche il Favoliere delle Puglie, per la sua elaborata e raffinata arte oratoria aveva deciso di lasciare la politica nel maggio 2021, dopo la condanna in primo grado a 3 anni e mezzo per il disastro ambientale dell’Ilva.
Vendola è stato un grande esponente della sinistra, che riuscì a conquistare il governo della sua Puglia per ben 10 anni dal 2005 al 2015.
Poi prima dei problemi giudiziari c’è stata la difficoltà di salute, dovuta a sintomatologie cardiologiche e la decisione di dedicarsi a compagno e figlio.
Ma alle soglie dei 65 anni si è fatta sentire la voglia di tornare alla politica attiva e al congresso di Perugia, tenutosi a novembre Vendola è stato eletto presidente di Sinistra italiana.
Si tratta però di un ritorno dimezzato, perché dopo questo lungo periodo in cui aveva deciso di abbandonare la politica per dedicarsi esclusivamente al figlio Tobia, al teatro e alla letteratura, sembrava avesse deciso di tornare a candidarsi alle Europee.
Poi proprio dal segretario Nicola Fratoianni e gli altri vertici del suo stesso partito è arrivato lo stop, perché il caso Soumahoro ha causato già diversi problemi a Sinistra italiana e non si può rischiare di subire una condanna anche in secondo grado per un altro rappresentante istituzionale.
Anno nuovo, anche Alfonso Pecoraro Scanio potrebbe essere tentato dal ritorno alla candidatura
In attesa di capire le decisioni dei socialisti circa la possibilità di creare o rinviare per l’ennesima volta la lista elettorale autonoma ed unitaria alle prossime elezioni europee, e dopo aver appurato la conferma dell’Alleanza tra Verdi e Sinistra, per provare a portare rappresentanti istituzionali non solo a Roma, ma anche a Bruxelles, anche Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente con Romano Prodi e portavoce del sole che ride potrebbe essere tentato dal ritorno alla candidatura.
In realtà Alfonso Pecoraro Scanio, fratello di Marco ex calciatore di serie A negli anni novanta, non ha mai smesso di fare attività politica, perché oltre l’impegno universitario con la docenza da circa 15 anni, sostiene pure da tempo il movimento 5 stelle e il suo presidente Giuseppe Conte.
L’impegno politico di Pecoraro si è esplicitato soprattutto con l’organizzazione di una lista a sostegno di Virginia Raggi alle comunali di Roma, perché a suo giudizio i 5 Stelle sono gli unici a distinguersi nell’attuale panorama politico italiano per la loro spinta innovativa. Alfonso Pecoraro Scanio è anche presidente della Fondazione Univerde, ed è spesso impegnato con il presidente del movimento 5 stelle, Giuseppe Conte per le iniziative della rete EcoDigital, di cui l’ex-ministro è promotore insieme all’ex senatrice ecologista Loredana De Petris.
Il progetto della rete Ecodigital intende mettere insieme transizione ecologica e digitale, per la formazione di un’area progressista, civica ed ecologista, che abbia come protagonisti giovani innovatori, amministratori locali, influencer e startupper, per una ‘rivoluzione’ autenticamente EcoDigital, che sappia condurre il paese alla necessaria transizione energetica. In effetti per la transizione energetica è necessaria la messa in moto di un’economia circolare con una svolta ecologista, che sappia utilizzare gli strumenti più innovativi e sostenibili con le risorse umane adeguatamente competenti.
Pecoraro Scanio è disponibile a mettere in questo progetto anche la sua esperienza di professore universitario, perché a suo giudizio senza il coinvolgimento dei giovani la transizione ecologica è destinata inesorabilmente a fallire.
Le nuove generazioni chiedono giustamente di essere protagoniste della rivoluzione EcoDigital e la Rete deve nascere proprio con questo scopo preciso. I giovani devono entusiasmarsi per il futuro e pretendere un pianeta vivibile, per arrestare il cambiamento climatico in atto.
Pecoraro Scanio non esclude di candidarsi alle prossime elezioni europee, ma il suo principale obiettivo è di tornare al governo nei prossimi anni magari, come ministro dell’innovazione piuttosto che ancora dell’ambiente o dell’agricoltura, se un’area progressista sarà in grado di battere la destra e vincere le prossime politiche.