Politica: Colosimo prende il posto di Morra

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La nuova presidente della commissione Antimafia è Chiara Colosimo, che è stata eletta con 29 voti,  solo dalla maggioranza, che pure registrava una assenza nelle sue fila. I parlamentari dell’opposizione sono invece usciti dall’aula perché il centrodestra ha deciso di votare per la candidata, sulla quale PD M5S e AVS avevano espresso la loro netta contrarietà.

La seduta si è svolta nel giorno in cui si celebrava il 31esimo anniversario della Strage di Capaci per eleggere presidente, vicepresidenti e segretari.

La Colosimo succede al senatore Nicola Morra, ex esponente M5S, ed è stata fortemente voluta dalla premier Meloni e da Fratelli d’Italia, dopo un muro contro muro tra governo da una parte e opposizioni dall’altra. Le polemiche si sono acuite dopo un servizio di Report, che l’ha indicata come vicina a Luigi Ciavardini, l’ex terrorista nero dei Nar, condannato a 30 anni per la strage di Bologna, a 13 per l’omicidio del poliziotto Francesco Evangelista e a 10 per quello del giudice Mario Amato.

Per questo l’elezione è contestata anche dai familiari delle vittime di mafia e dall’associazione “Libera”, ma Chiara Colosimo dichiara testualmente :“Io non ho amicizie con Ciavardini. Ho semplicemente espletato, nelle mie funzioni di consigliere regionale, quello che mi era concesso e che era anche dovuto e cioè incontrare anche persone che sono state o sono detenute. In realtà conosco il presunto Ciavardini esattamente come lo conoscono moltissimi altri eletti di altre appartenenze politiche, poiché lui è in un’associazione che si occupa, come da articolo 27 della Costituzione, del reinserimento di altri detenuti nel momento in cui hanno scontato le loro pene”.

Le forze politiche di maggioranza hanno sottolineato che sul piatto della bilancia, nella trattativa per la presidenza dell’Antimafia, sono state inserite le presidenze di altre commissioni e precisamente quelle per gli Affari regionali, il Federalismo fiscale,  Schengen e il Femminicidio, al fine di mantenere il dialogo non solo con le forze governative, ma anche con tutte le altre.

Dopo il taglio dei parlamentari deciso con l’ultimo referendum costituzionale, la nuova commissione Antimafia è composta da 50 membri, 25 senatori e 25 deputati e  tra i compiti della Commissione, oltre a quelli già previsti nella scorsa legislatura, è stato inserito un esplicito riferimento alle “zoomafie”, alle nuove forme di criminalità organizzata di tipo mafioso connesse all’immigrazione, alle nuove popolazioni residenti e a specifici contesti sociali, economici e culturali di formazione più recente.

Un’altra novità rispetto al passato riguarda il fatto che la Commissione Antimafia si occuperà anche dell’infiltrazione all’interno della comunità nigeriana, con attenzione particolare allo sfruttamento di donne e minori, e del settore manifatturiero cinese,   radicato prevalentemente in alcune zone della Toscana tra Prato e Firenze, con riferimento allo sfruttamento del lavoro clandestino e alla sicurezza nei luoghi di produzione e ancora dell’esportazione di capitali verso Stati esteri attraverso canali di trasferimento di denaro regolari o irregolari. Un esplicito riferimento viene fatto anche ai compiti contro i rischi di infiltrazione nei progetti previsti dal Pnrr.

La carica di presidente è stata ricoperta in passato soprattutto da esponenti di primo piano dei vari partiti, come ex ministri o futuri presidenti della Camera. Prima di Morra c’è stata Rosy Bindi, già presidente del PD, vicepresidente della Camera e ministro per la famiglia del governo di Romano Prodi e Luciano Violante, dopo esser stato alla guida della Commissione dal 1992 al 1994 ha fatto un grande salto ed è diventato presidente della Camera dal 1996 al 2001.

L’alternanza alla presidenza della Commissione Antimafia tra  maggioranza e opposizione   è stata rispettata con i  presidenti della Antimafia che sono stati sempre espressione della maggioranza parlamentare fino al 1982 , ben 5 esponenti democristiani e un socialista. Dal 1983 si è invece consolidata la prassi di affidare l’incarico a un esponente dell’opposizione, con il caso citato di Luciano Violante, nella XI legislatura, prima di diventare presidente della Camera, ma con la cosiddetta Seconda Repubblica l’incarico è tornato in mano ad esponenti importanti della maggioranza.

La carica di presidente della commissione antimafia è stata ricoperta da Giuseppe Pisanu dal 2008 al 2013 e in precedenza da Ottaviano Del Turco dal 1996 al 2000. Pisanu era stato eletto presidente dell’Antimafia dopo essere stato in passato ministro dell’Interno del governo Berlusconi e Del Turco, dopo l’incarico a palazzo San Macuto, la sede della commissione Antimafia, è stato ministro delle Finanze del Governo Amato e poi presidente della Regione Abruzzo per il centrosinistra. Purtroppo Del Turco poi ha avuto una serie di problemi giudiziari e di salute che lo hanno portato in disgrazia, abbandonato dalla politica che conta.

 

(foto profilo pagina Facebook)

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