Politica: È sempre il turno della crisi della sinistra


I ballottaggi nelle grandi città sono stati combattuti ancora una volta solamente dal partito democratico perché non ci sono stati  accordi con le forze di centro e neanche con il movimento 5 stelle di Giuseppe Conte e hanno rappresentato una vera e propria debacle, con la  sconfitta persino in una storica roccaforte rossa come Ancona.La sconfitta è pesante anche in Toscana, dove i candidati del PD non riescono a vincere nemmeno a Pisa, dove il presidente delle Acli provinciali, Paolo Martinelli, era sostenuto dal movimento 5 stelle.

Alla fine di una interminabile segreteria del Pd, mentre mano a mano arrivano i risultati dei ballottaggi da tutta Italia, Elly Schlein ammette la sconfitta.Il primo scontro tra le due leadership femminili della politica italiana, la premier Giorgia Meloni e la neo segretaria del PD finisce con un verdetto netto o meglio un vero e proprio cappotto a favore della presidente del Consiglio.

I ballottaggi vanno malissimo un poco dappertutto, anche a Siena e Massa.Il trend assolutamente negativo è confermato anche dal primo turno nelle Isole, con la netta vittoria al primo turno del centrodestra in città siciliane molto importanti come Catania e Ragusa.

Lo slogan “basta perdere” era quello scelto dallo schleiniano Emiliano Fossi, che aveva conquistato la segreteria regionale in Toscana, ma per le elezioni comunali si è rivelato infelice, visti i risultati nelle città capoluogo di provincia delle sua regione e visti anche quelli nella sua stessa città di Fossi, Campo Bisenzio, un comune di circa cinquantamila abitanti alle porte di Firenze, da sempre amministrato dal partito democratico.A sorpresa invece la spunta Andrea Tagliaferri, uomo di Sinistra italiana del segretario nazionale Nicola Fratoianni, in alleanza con il movimento 5 stelle.

Questo fatto è la conferma che l’originale ha sempre la meglio sulla copia, soprattutto secondo il parere dei riformisti del PD, a cominciare dall’ex ministro e segretario dei DS, Piero Fassino.Se si considerano le dichiarazioni di Fassino sulla questione della guerra in Ucraina e la perdita del radicamento del PD con la società, la battaglia interna  ai democratici è già ricominciata.

Finisce già sotto accusa lo spostamento dell’asse del partito a sinistra, voluto dalla nuova segretaria Elly Schlein perché, secondo un altro dirigente della componente di Base riformista, appare certo che se il partito democratico si chiude nel perimetro della sinistra, si rischia seriamente che il centro venga ingurgitato dalla destra.Per esempio a Pisa, il candidato “pacifista” scelto da Pd e M5S non ha convinto per niente gli elettori centristi del Terzo Polo,  secondo l’analisi dei flussi dell’Istituto Cattaneo.

Sembrerebbe infatti che molti elettori di Azione e Italia Viva al primo turno abbiano votato direttamente il sindaco del centrodestra Michele Conti.Non può consolare troppo la neo segretaria del PD nemmeno la vittoria di Vicenza, solitaria e proprio per questo eccezionale del giovane trentatreenne Giacomo Possamai strappata a sorpresa al centrodestra in una sorta di esperimento civico, sostenuto anche dal Terzo polo, che ha funzionato anche perché il giovane neosindaco non ha mai voluto la Schlein e gli altri dirigenti nazionali del PD sul palco dei suoi comizi.

La sua vittoria rappresenta un altro elemento di riflessione ad appena tre mesi dalle primarie del PD, perché è stata ottenuta più, “nonostante” che “con” la nuova segreteria del partito.Comunque va evidenziato come il PD resti il primo partito nella maggior parte delle grandi città andate al voto, ma nei territori e, stando ai sondaggi anche nel Paese, sarebbe addirittura attorno al 21%, un dato superiore a quello precongressuale, che  era circa il 16%.

Quindi il vero problema della neo segretaria Elly Schlein è quello delle alleanze perché  fino alle europee del 2024 il leader del movimento 5 stelle, Conte, sembra comportarsi più come un avversario che come un possibile alleato.Conte probabilmente intende pescare nello stesso bacino elettorale del PD e raccogliere voti nella sinistra variamente “pacifista” e contraria all’invio di armi all’Ucraina.

Per quanto riguarda invece il Terzo polo, l’alleanza con il PD appare possibile solo laddove non ci sia il M5S.Le tre opposizioni, sommate assieme, ancora oggi sarebbero a livello nazionale la maggioranza relativa del Paese, ma sono di fatto tra loro impermeabili e per certi versi perfino incompatibili.

Bisogna creare un campo alternativo e credibile a quello della destra, ma ad avviso dello scrivente l’articolo la sinistra deve affrontare finalmente in modo serio la questione socialista, accantonata dopo i fatti di tangentopoli e sfruttata nei primi tempi strumentalmente per prendere il potere, un fatto che alla fine si è rivelato assolutamente improduttivo dal punto di vista politico.Anzi si è ottenuto l’effetto di regalare una buona parte degli elettori e militanti del PSI al centrodestra.

Insomma per la sinistra non c’è solo la questione di alchimia politica nella costruzione di alleanze, ma c’è soprattutto un problema evidente di posizionamento politico.Si comincia a riflettere se convenga realmente puntare tutto sui temi sociali, sulla lotta al precariato e sui diritti civili perché queste battaglie possono servire solo a ricompattare l’elettorato del partito democratico in vista delle prossime elezioni europee previste alla fine della primavera del 2024,  quando si tornerà a votare con il sistema proporzionale e le preferenze, seppure con una soglia di sbarramento piuttosto alta per scoraggiare le piccole formazioni politiche.

Questa strategia in ogni caso può consentire solo la conferma di un buon dato percentuale alle elezioni europee per il PD, ma non può funzionare nella prospettiva delle elezioni politiche, perché queste ultime si vincono, quasi come nei Comuni, convincendo anche gli elettori degli altri partiti e soprattutto gli elettori moderati, che non amano le posizioni estremistiche su tutti i temi.La conseguenza di questo nuovo turno elettorale quindi è assolutamente positiva per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e per tutto il centrodestra, perché conferma in modo evidente l’assenza di una reale alternativa di governo nell’attuale centro sinistra, sempre più diviso e frammentato.

La premier Giorgia Meloni dichiara testualmente : “Questo risultato ci incoraggia ad andare avanti e a fare ancora meglio.Abbiamo ottenuto conferme importanti e qualche vittoria che potrebbe definirsi storica come ad Ancona a conferma del fatto che non esistono più le roccaforti e che i cittadini sanno fare le loro scelte valutando i programmi e le persone”.

Il centrodestra ha stravinto anche il secondo turno delle amministrative perché alla coesione della coalizione ha saputo unire la capacità di selezionare bene i candidati sindaci,  una prerogativa che era invece appartenuta in passato al centrosinistra.

Il direttore dell’Istituto Cattaneo, Salvatore Vassallo, lo ha dichiarato testualmente: “C’è una crescente perizia nella scelta delle candidature del centrodestra dopo che in passato hanno fatto errori, come a Roma nel 2021, ma in questo turno hanno scelto invece tutti candidati validi.E questa capacità deriva sopra dall’infrastruttura organizzativa del partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, una formazione politica, che ha un reticolo piccolo ma sicuramente professionalizzato”.

A questo punto, considerando tutti i fattori, secondo il costituzionalista ed ex parlamentare del PD, Stefano Ceccanti, il centrodestra si può permettere persino di evitare di cambiare la legge sui ballottaggi nei Comuni perché vince lo stesso sempre e comunque.

Secondo il valente costituzionalista per vincere anche al secondo turno con il ballottaggio il fattore più importante  è possedere un orizzonte credibile e comune di governo, un fatto che manca attualmente al centro sinistra in modo clamorosamente evidente.Quindi almeno fino alle prossime elezioni europee il governo Meloni può dormire sonni tranquilli e pensare persino ad un’accelerazione sulle sue riforme ritenute più importanti, come quella del presidenzialismo con la possibile elezione diretta del premier, sulla quale la presidente Giorgia Meloni ha investito molto nella campagna elettorale delle politiche.

E se dopo le elezioni europee il vento spirerà ancora forte per il centrodestra in Italia il partito fratelli d’Italia potrà pensare alla sfida europea e conquistare addirittura il governo dell’Unione con un’alleanza tra il Ppe e i conservatori, guidati proprio da Giorgia Meloni.

 

 

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