Politica: La tappa amministrativa non è a 5 stelle 

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Al primo turno delle comunali la metà dei capoluoghi di provincia chiamati al voto, dovrà attendere il ballottaggio; in particolare ci sarà il secondo turno ad Ancona, Brindisi, Siena, Massa, Pisa, Vicenza e Terni.

Al momento l’effetto Elly Schlein non si vede molto nel partito democratico, mentre sicuramente appare evidente il risultato povero del movimento 5 stelle, guidato del presidente Giuseppe Conte.

In queste amministrative, basate prevalentemente sulla contrapposizione tra due blocchi, pesa molto nel campo del centrosinistra il cosiddetto bipolarismo asimmetrico, vale a dire un centrodestra unito quasi ovunque, mentre il PD è alleato con il M5S solo nei capoluoghi di Pisa, Brindisi, Catania, Latina, Siracusa e Teramo, mentre con Azione e Italia Viva a Brescia, Vicenza e Ancona.

La segretaria del Pd può comunque rallegrarsi del risultato di Brescia, dove l’ex assessore del sindaco uscente Emilio Del Bono, Laura Castelletti, vince addirittura al primo turno e bisogna considerare come l’altra città capoluogo di provincia già conquistata sia solamente Teramo.

La premier Giorgia Meloni teneva molto a ribaltare il risultato della città leonessa d’Italia e infatti proprio a Brescia aveva voluto chiudere una campagna elettorale amministrativa, che ha coinvolto nel complesso 598 dei circa 8000 comuni del nostro paese.

Dall’altra parte il PD teneva molto alla partita di Pisa perché è la città di Enrico Letta e Schlein puntava a fare il ribaltone, decidendo di fare il suo comizio di chiusura nei pressi della Torre e di Piazza dei miracoli.

Il prodigio non si è compiuto e addirittura il centrodestra ha sfiorato di pochissimi voti la vittoria al primo turno, facendo uscire male, almeno per ora, il candidato schleiniano Paolo Martinelli, presidente provinciale delle Acli e pacifista convinto, appoggiato per questo dal M5S e non dai centristi dell’ex Terzo polo di Renzi e Calenda, leader “moderati” che sono sempre più in guerra tra loro e pronti addirittura ad una scissione dei gruppi Italia Viva ed Azione nelle Camere.

I partiti del terzo polo però sono incoraggiati dal buon dato del ballottaggio raggiunto a Scafati.

Mentre anche in Turchia la sfida tra il famigerato presidente uscente Erdogan e Kilicdaroglu finisce in un infuocato ballottaggio  in Italia la segretaria del PD Elly Schlein, rischia di perdere la storica roccaforte di Ancona, unico capoluogo di regione al voto, una città simbolica, su cui aveva puntato forte la premier Meloni. Ma nel capoluogo dorico il candidato del centrodestra, Daniele Silvetti, non vince al primo turno, riuscendo solo a raggiungere il ballottaggio con un vantaggio di circa cinque punti su Ida Simonella, assessora uscente della giunta di centrosinistra guidata da Valeria Mancinelli.

Al ballottaggio sulla candidata del centro sinistra, Ida Simonella dovrebbe convergere il M5S, che ha scelto di correre da solo al primo turno, rendendo la sfida aperta, ma va detto che il centrodestra ha raggiunto comunque il suo record di consenso in una storica roccaforte rossa, nonostante il dato deludente della lega di Salvini, che pure aveva coinvolto nella sua lista personalità di rilievo.

Nelle altre città che andranno al ballottaggio il centrosinistra parte invece in vantaggio nella sfida tutta al femminile di Siena, e può tornare vittorioso, dopo l’ultima inaspettata sconfitta e ottiene pure un sorprendente piazzamento a Vicenza con Giacomo Possamai, che tallona a pochissima distanza il sindaco uscente Francesco Rucco. La sfida per il PD nei ballottaggi è unire il centrosinistra, e per questo la segretaria Schlein vede il bicchiere mezzo pieno.

Schlein, alla sua prima vera prova elettorale, deve provare a ricongiungere ai ballottaggi il “popolo” di un centrosinistra molto diviso, soprattutto a livello di leadership, ma non solo.

Si vedrà nel secondo turno se il richiamo del PD contro la destra può ancora funzionare, come in tante elezioni amministrative del passato e i conti veri si faranno dunque solamente dopo i ballottaggi e questo fa capire la vera e propria guerra alla legge elettorale per i sindaci approvata nel 1993, sferrata già nelle scorse settimane dal centrodestra in Parlamento.

In particolare la lega si sta mobilitando per modificare la soglia per accedere al ballottaggio, che si intende abbassare dall’attuale 50% +1 al 40%. Se la proposta di legge fosse stata già approvata sarebbero del centrodestra tanti comuni in più di quelli attualmente già conquistati.

La coalizione che sostiene il governo Meloni in ogni caso ha già portato a casa al primo turno Sondrio, Treviso e Latina, capoluogo in cui il centrodestra ottiene percentuali bulgare, con il 70% per la candidata sindaco Matilde Celentano.

A Latina va aggiunta Imperia, dove è stato riconfermato il sindaco uscente Claudio Scajola con il 60%, anche se l’ex ministro di Forza Italia ha imposto ai partiti del centrodestra che lo hanno sostenuto di rinunciare ai propri simboli.

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