Il partito di Berlusconi perde i suoi ministri, Brunetta, Gelmini e Carfagna, ma guadagna la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali.
Addii e “deputati anonimi”
Secondo la deputata azzurra Rossella Sessa, salernitana come la ministra Mara Carfagna, qualcosa è cambiato negli equilibri fra le forze politiche di centrodestra, che ha portato a prendere una posizione contro gli interessi del mondo moderato, delle imprese e del Mezzogiorno.
La deputata Sessa è passata nel gruppo misto e seguirà Mara Carfagna nel suo nuovo percorso politico, facendo arrabbiare il coordinatore di forza Italia, Antonio Tajani, che chiede le sue dimissioni dal Parlamento, come ha fatto, poco prima della fine del governo Draghi, Elio Vito.
Secondo Tajani bisogna abbandonare anche gli incarichi governativi perché non si diventa ministri in quota personale, ma solamente in quanto dirigenti ed eletti all’interno di un partito importante come forza Italia. Il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mule’ e i dirigenti fedelissimi di Berlusconi minimizzano gli addii, che forza Italia sta subendo in questi giorni, definendo deputati anonimi i fuoriusciti, che hanno seguito i ministri.
Questi personaggi politici per i vertici di forza Italia sarebbero di basso livello e solo alla ricerca della conferma in Parlamento, resa già complicata dal taglio dei parlamentari e dalla percentuale non esaltante del partito di Berlusconi nei sondaggi.
Forza Italia, gente che va, gente che viene
Tajani e gli altri vertici del partito del Cavaliere annunciano, per dimostrare come forza Italia goda invece di ottima salute, l’adesione della sottosegretaria allo Sport del governo Draghi, Valentina Vezzali, ex deputata di Scelta Civica di Mario Monti e soprattutto ex atleta plurimedagliata di scherma, la migliore nella storia italiana di questo sport con ben 16 ori mondiali e 6 olimpici.
Valentina Vezzali ringrazia il presidente Draghi per l’opportunità concessa di lavorare concretamente al sostegno dello Sport, soprattutto promuovendo l’introduzione nelle scuole elementari dei primi insegnanti di Scienze motorie. Ma Il suo obiettivo più importante intende raggiungerlo con il suo nuovo partito, forza Italia, vale a dire l’introduzione della parola sport nella Costituzione Italiana, un traguardo di alto valore, che si può ottenere solo mettendo nella sua attività politica e di governo grande determinazione e lo stesso impegno, che ha mostrato nella sua lunga e vincente carriera di schermitrice.
Valentina Vezzali ha dimostrato in passato il suo enorme valore di combattente sportiva nei tanti confronti delle massime competizioni internazionali, ma lo ha fatto anche nei suoi primi dieci anni delle sue nuove attività, politiche parlamentari e di governo. Ma l’entrata dell’ex campionessa mondiale di scherma Vezzali fa il paio, con l’uscita altrettanto dirompente dell’atleta paralimpica Giusy Versace, che prende atto della sua incompatibilità di valori con il nuovo corso di forza Italia.
Il partito di Berlusconi ha perso pure Andrea Cangini, che ha votato la fiducia a Mario Draghi persino il 20 luglio e ha scelto poi di aderire ad Azione di Calenda, Annalisa Baroni, delusa per la mancanza di spazio concessa ai moderati, Roberto Caon, che accusa il presidente di Forza Italia di essere vittima di cattivi consigli.
Inoltre starebbero ormai con un piede e mezzo fuori dal partito anche Laura Stabile e Franco Dal Mas e quasi tutti i parlamentari vicini alla ministra Carfagna, tra i quali spiccano i nomi di Luigi Casciello e Paolo Russo, oltre quello sopra citato della deputata Rossella Sessa.
Porte girevoli anche nel M5S
Le porte girevoli riguardano anche altre forze politiche come il movimento 5 stelle, che potrebbe riacquisire a breve personaggi importanti come Alessandro Di Battista, Virginia Raggi e Chiara Appendino, ma nello stesso tempo perdere l’ex capogruppo alla Camera Crippa, ed esponenti con alte cariche istituzionali, governative e interne come Roberto Fico, Paola Taverna, Federico D’Inca’ e Vito Crimi, tutti messi fuorigioco nella compilazione delle liste elettorali per il 25 settembre dalla regola dei due mandati, sulla quale il fondatore Beppe Grillo, al contrario del presidente del movimento, non è disposto a concedere deroghe, minacciando, nel caso Conte lo smentisse, di abbandonare addirittura la sua creatura politica.