Che cosa si festeggia il Primo Maggio?
Festa, se così la si può definire, che arriva dall’ America, dall’ impegno dei sindacati, dalla pretesa che questo giorno venisse ricordato ogni anno e anche in altri paesi; giorno di cortei ad Haymarket e di condanne a morte per chi organizza la manifestazione a favore dei diritti dei lavoratori, giorno di riposo guadagnato e meritato, giorno di commemorazione.
Cosa ci è rimasto di tutto questo? Il concertone a Roma, la diretta televisiva, il piacere di vedere sul palco dei musicisti che conosci, finalmente raccogliere l’ applauso che il loro talento merita; poi c’è il Primo Maggio silenzioso, quello che non crea gli eventi su Facebook ma scende in piazza per difendere una categoria che sta per estinguersi come certe specie animali. Quelle però vengono difese, dalla foca monaca al pappagallino albino di una remota zona dell’ Amazzonia; a chi mi ha chiesto se esistono i pappagallini albini in Amazzonia ho risposto: perché, i lavoratori esistono ancora?
A quale categoria ci riferiamo? A quelli che accettano il lavoro in nero, il cosiddetto sommerso, per evitare di finire in povertà e privi di una identità sociale? A quelli che si arrangiano in attesa di un domani migliore che qualcun altro deve costruire per loro? A quelli usurati dai loro mestieri che muoiono di malattie professionali dai nomi impronunciabili o a quelli che muoiono sul lavoro, in cantiere in fabbrica o per mare, senza lasciare traccia della loro presenza?
E noi, a quale categoria di lavoratori apparteniamo? E soprattutto, cosa festeggeremo esattamente il Primo Maggio?
Dovunque sarete, e qualunque cosa farete, scambiando il primo Maggio per il Lunedì in Albis, sappiate che la festa è un solo giorno, il problema resterà nei successivi 364. Non servono più dibattiti, ma soluzioni.