Alessandria – Studenti infieriscono contro l’insegnante disabile.
Ad Alessandria, durante un’ora di supplenza, una docente con difficoltà motorie è stata legata alla sedia e presa a calci da alcuni studenti di una prima superiore.
Altri studenti hanno partecipato all’insano gesto riprendendo la scena con i propri telefoni cellulari ed inserendo poi il video su Instagram.
L’insegnante non ha sporto denuncia. Gli studenti responsabili dell’aggressione se la sono cavata con un mese di sospensione con obbligo di frequenza e con l’onere di ripulire i cestini delle aule durante l’intervallo. Il Dirigente dell’Istituto ha negato in parte l’evento nel tentativo di ridimensionare l’accaduto.
Non un caso isolato
Quello della professoressa di Alessandria, purtroppo, non è un caso isolato.
Venerdì scorso in una scuola di Parma un altro insegnante è stato vittima di un suo alunno.
Il professore si era avvicinato al ragazzo per riferirgli che avrebbe dovuto frequentare un corso, ma il giovane si è subito inalberato.
Il professore allora lo ha invitato ad uscire fuori dall’aula.
A quel punto, lo studente ha sferrato una testata al professore, rompendogli il naso.
L’insegnante è stato costretto a ricorrere alla cure presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Parma, dove è stato dimesso con 15 giorni di prognosi.
Involuzione della società
Negli ambienti scolastici è oramai malcostume diffuso insultare ed aggredire i docenti.
La scuola sembra aver perso il suo prestigio sociale e l’insegnante non viene più rispettato per il delicato compito che svolge.
Lo studente che si è reso protagonista dell’increscioso fatto di cronaca avvenuto a Parma ha superato i 14 anni ed è penalmente perseguibile per tutti i reati che si ravvisano in un episodio di violenza del genere.
Tra l’altro sarebbe opportuno rammentare anche ai genitori che spesso, spalleggiando i propri figli, infieriscono contro i docenti, che quando questi ultimi si trovano all’interno della scuola rivestono il ruolo di “pubblici ufficiali”.
Pertanto, offendere ed aggredire un insegnante nell’esercizio delle sue funzioni può, qualora ne sussistano tutte le condizioni, essere “oltraggio a pubblico ufficiale” e l’offesa arrecata è perseguibile penalmente, anche con la reclusione.
Una problematica che va seriamente affrontata
Non è più possibile ignorare questo preoccupante fenomeno di involuzione sociale che stiamo vivendo.
Il susseguirsi di fenomeni di violenza segnalati ai danni degli insegnanti invita tutti noi ad un’attenta riflessione: il docente deve essere considerato ancora l’autorevole e fondamentale figura atta alla formazione delle nuove generazioni.
Il suo non può e non deve essere un mestiere a rischio.
La problematica va affrontata in modo incisivo a partire dal tessuto familiare.
Dire sempre “sì” ai propri figli è sbagliato.
Ai ragazzi la vita riserverà tanti “no” e man mano che cresceranno vivranno frustrazioni amorose, scolastiche, lavorative che dovranno essere in grado di gestire senza perdere la testa.
Dunque, è ora che le famiglie prendano coscienza dei propri errori nell’educazione dei figli e facciano qualcosa per arginare questo triste fenomeno involutivo.