Rientro a scuola – Tanta confusione e contraddizioni. Il dilemma delle mascherine, se indossarle o meno, durante le lezioni, pare essere il problema minore.
Rientro a scuola – L’allarme dei pediatri
Manca davvero poco al rientro a scuola; poco meno di una settimana per chi dovrà fare i recuperi e poco più di due settimane per tutti, eppure ancora oggi aleggiano tanti interrogativi ai quali non c’è una risposta.
Un allarme arriva dai pediatri al quale viene assegnato il compito di stabilire se i bambini possono o non possono essere riammessi a scuola dopo un’influenza, ma gli stessi dichiarano di non essere muniti di strumenti diagnostici per stabilire se si tratti di una comune influenza o di contagio covid-19.
Un’altra contraddizione riguarda il limite dei 3 giorni di malattia. Se l’assenza non supera i 3 giorni “è il genitore che può far riammettere il bambino, facendo una sorta di autocertificazione in cui dichiara di non aver avuto contatti con altri”. Superati i 3 giorni entrano in gioco i pediatri che devono certificare la riammissione, ma senza aver effettuato alcun test? Dovranno chiedere il tampone per tutti? O potranno disporre di test salivari come quelli effettuati negli aeroporti?
Nei prossimi mesi febbre e influenza saranno protagoniste come tutti gli anni. Occorreranno tamponi per tutti?
Casi di positività tra i docenti
Intanto, come riportato da ANSA, con l’avvio dello screening sul personale docente emergono i primi casi di positività; al momento 20 docenti positivi in Umbria e 6 nel Trevigiano.