Riscaldamento climatico, in Scozia si discute il reato di “ecocidio”

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La Scozia potrebbe diventare il primo paese al mondo ad inasprire le pene previste in caso di distruzione dell’ambiente e di danni all’ecosistema, secondo il nuovo pacchetto normativo in materia di “ecocidio” proposto da una parlamentare laburista.

Glasgow ospiterà i leader mondiali alla conferenza sui cambiamenti climatici COP26 a novembre, sulla scia di un severo avvertimento delle Nazioni Unite, secondo cui il riscaldamento globale sta già facendo risuonare un “codice rosso per l’umanità“.

La laburista Monica Lennon, sulla scia di questo impegno internazionale, ha ora sfidato il Primo Ministro scozzese, l’autorevole Nicola Sturgeon, a mettere il suo governo in prima linea nella lotta al climate change.

Questo significherebbe, tra le altre cose, sostenere una nuova legislazione, per introdurre il reato di ecocidio nell’ordinamento giuridico scozzese e per mettere fuori legge nuovi progetti dall’alto potenziale inquinante, come ad esempio il controverso nuovo campo petrolifero Cambo, al largo delle isole Shetland, sulla base del fatto che esso causerà “gravi danni a lungo termine al pianeta“.

A giugno, un team di avvocati internazionali, di cui la Lennon fa parte, ha elaborato la prima definizione logico-giuridica del concetto di ecocidio, definizione che ora vuole essere adottata dalla Corte penale internazionale (ICC), così da consentire di perseguire i crimini ambientali a livello internazionale: un passo a dir poco storico, che aggiungerebbe un’arma preziosissima all’arsenale di chi combatte contro l’emergenza climatica.

La definizione classifica come ecocidio tutti quegli “atti illegali o sconsiderati commessi con la consapevolezza che c’è una sostanziale probabilità di danni, gravi e diffusi, o a lungo termine, all’ambiente, causati da quegli atti stessi“.

La Lennon, sottosegretaria laburista con delega all’energia e i trasporti, ha affermato che “Tra poche settimane la Scozia sarà al centro della scena al summit delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici a Glasgow. Non avremo mai un’altra opportunità come questa per influenzare un cambiamento radicale e dare al nostro pianeta la migliore protezione dalla catastrofe climatica. La Scozia ha una rara opportunità di anticipare le tendenze e impegnarsi in leggi coraggiose e ambiziose che attirino l’attenzione internazionale“.

Il concetto di ecocidio è stato introdotto per la prima volta dalla defunta avvocatessa scozzese Polly Higgins, diventata una delle figure più celebrate del movimento verde internazionale quando ha rinunciato a una carriera legale di successo per diventare un’attivista, conosciuta soprattutto per le sue attività di sensibilizzazione nei confronti delle Nazioni Unite, culminate nel 2010.

La proposta sta già raccogliendo ampi consensi sul piano internazionale, il presidente francese Emmanuel Macron ha sostenuto in maniera entusiastica l’idea e il suo paese sta considerando alcune proposte di simile tenore, la Svezia ha già da tempo espresso sostegno, e diverse piccole nazioni insulari, tra cui le Maldive, si sono schierate a favore del progetto.

Laddove la Corte Penale Internazionale dovesse assimilare la nozione di ecocidio, lo stesso diventerebbe la quinta fattispecie di reato che la corte sarebbe in grado di perseguire, insieme ai crimini di guerra, ai crimini contro l’umanità, al genocidio ad al crimine di aggressione internazionale.

La Lennon ha aggiunto: “Due anni dopo la morte della visionaria Polly Higgins, ora abbiamo una definizione legale concordata di ecocidio come potenziale quinto crimine internazionale, mettendo la distruzione ambientale alla pari con il genocidio e i crimini di guerra. Se adottato, il progetto di legge significherebbe che gli individui potrebbero essere perseguiti dalla Corte Penale Internazionale per aver causato danni diffusi o a lungo termine all’ambiente.

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