Ricorda la tragica storia di Alfredino Rampi, quella che da cinque giorni sta tenendo tutto il mondo con il fiato sospeso. Le sorti sono quelle di Ryan, un bimbo di 5 anni, caduto in un pozzo nei pressi di Tamrout, nel nord del Marocco, profondo circa 60 metri. I soccorritori riescono a nutrire il piccolo, ma nelle ultime ore si è presentato l’ennesimo ostacolo: una roccia ha rallentato i soccorsi. Da ore si sta provvedendo a spiccolare per raggiungere il piccolo.
Ryan, si teme possa scivolare più in basso
Ryan reagisce, ma è a rischio ipotermia. Restano solo due metri cdal piccolo che è rimasto incastrato a 32 metri di profondità, ma la paura che Ryan possa scivolare più giù è forte. Ciò vanificherebbe tutto lavoro finora svolto. Per questo le operazioni di soccorso procedono con estrema lentezza al fine di evitare crolli e cedimenti.
Sono occorse oltre 100 ore di lavoro con sei escavatori a sbancare la montagna. Le squadre di soccorso hanno scavato un cratere parallelo al pozzo, ma la montagna frana e il rischio è enorme.
Con la mente si torna a Giugno del 1981
Come per Alfredino Rampi, anche per Ryan, si sono fatti avanti diversi volontari per farsi calare giù nel pozzo. Il primo è stato Hamid che, proprio come Angelo Licheri di Vermicino, si è calato a mani nude per tentare di mettere in salvo il bambino.
Falliti, purtroppo, tutti i tentativi di recupero, anche quelli effettuati da due speleologi professionisti. Imad Fahmi, della squadra dei soccorritori, è stato quello che si è avvicinato maggiormente al piccolo, scendendo fino a 25 metri, ma non è riuscito a scendere oltre.