Ha rovesciato ogni pronostico vincendo la 122ª Boston Marathon, una delle più prestigiose gare al mondo.
Yuri Kawauchi, il cui nome sembra quello di un personaggio dei cartoon giapponesi, uno di quei supereroi dagli incredibili poteri, ha dimostrato di possedere realmente dei superpoteri
In 2:15’58’’, Yuri Kawauchi ha vinto la 122ª Boston Marathon battendo il keniano Geoffrey Kirul (2.18’21’’) , campione uscente.
L’incredibile storia di Kawauchi
Yuri Kawauchi (31 anni) è un personaggio fantastico, conosciuto con il soprannome di “citizen runner” (il runner cittadino).
Fino a poco tempo fa lo si poteva considerare un dilettante; poi, ha iniziato a cimentarsi nella maratone correndone addirittura una al mese.
Eccentrico, anticonformista, ha fatto spesso parlare di sé, come quella volta che vestito da impiegato, con giacca, pantalone classico, camicia, cravatta e mocassini ai piedi, ha corso la mezza maratona di Kuki in 1:06’42”.
Un abbigliamento di routine per Kawauchi, impiegato statale che lavora 40 ore a settimana e si allena nel poco tempo libero che gli resta.
La Maratona di Boston
Quella di Boston è stata la sua 81ª maratona; una maratona resa estremamente dura dalle avverse condizioni climatiche.
Madre natura è stata piuttosto inclemente con i 29.978 partecipanti: temperature sotto lo zero alla partenza ( 5°C all’arrivo), neve, ghiaccio al suolo, pioggia e vento.
Ma le condizioni metereologiche proibitive non hanno fermato l’avanzata di Yuki Kawauchi, che ha superato il keniano Kirul soltanto negli ultimi 5 km.
“Potrebbe suonare strano, ma queste per me erano le migliori condizioni possibili per correre” – ha dichiarato Kawauchi nel post-gara
Kawauchi era alla sua quarta maratona dell’anno in corso (una al mese); gli altri partecipanti, come tutti i comuni mortali e da professionisti, invece, si erano risparmiati investendo tutte le energie e gli allenamenti in vista della loro partecipazione alla Boston Marathon.
Una vittoria per tutti
La vittoria di Yuri Kawauchi rappresenta una vittoria per tutti gli appassionati di running.
“Nessuno avrebbe mai scommesso sulla mia vittoria” – ha dichiarato Kawauchi dopo il traguardo di Boston – “Questa gara dimostra che in una maratona tutto può succedere. Ed è proprio vero!”
La sua vittoria è quella di chi nonostante tutto, ci crede e non molla, perché sa, che prima o poi, arriverà anche il suo turno.
Yes I can! Always!
(Fonte foto: Facebook)