Sanremo: la festa della Musica con Carlo Conti, Gabriel Garko, la Ghenea e la Raffaele


La prima serata del festival di Sanremo

L’anteprima del Festival targato numero 66 riunisce le famiglie come un moderno focolare; le voci si uniscono al canto televisivo e lentamente gli acuti degli adolescenti si sostituiscono a quelle un pò più roche dei genitori, seguendo il progressivo del calendario annuale.

Il sipario si apre e la scenografia, per quanto curata, sembra assai sobria; Carlo Conti, impeccabile nel suo smoking blu scuro, con giacca di velluto, accenna al Duca Bianco e recita la prima parte della liturgia: 20 i campioni in gara, i primi 10 si esibiscono stasera. Il primo campione ad esibirsi è Lorenzo Fragola, look da teddy boy, presenta “Infinite volte”, canzone adatta a Sanremo per dolcezza e melodia. Carlo Conti chiama a sé la modella e attrice rumena Madalina Ghenea, bellissima lei, inguardabile il vestito tigrato, la quale introduce il secondo campione in gara: Noemi la rossa, vestito elegante e composto, tensione alle stelle. Che cosa ci sarà ne “La borsa di una donna”? Purtroppo non c’è la voce potente del refrain di “Sono solo parole”, ma c’è una curiosità: sul finale della canzone un sussurro d’ispirazione gomorroide: stà senza penziere. Volontà dell’autore (Marco Masini, ndr) o una boutade della vivicissima cantante romana? Lo scopriremo più avanti.

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Ospite di questa prima serata Sabrina Ferilli (imitata da Virginia Raffaele) che introduce i Dear Jack con il nuovo vocalist, dreads corti  e “Mezzo respiro”, anche -chissà- per l’emozione. Una nuova veste, forse un nuovo repertorio.

Arriva, poi, ospite una leggenda dell’Atletica leggera :Giuseppe Ottaviani, una delle glorie del nostro sport, classe 1916, i 60 mt in 14.28; bel siparietto di speranza, ottimismo e coraggio. Una pillola necessaria, visto l’aria che tira fuori dal tempio della Musica italiana.

Gabriel Garko, dopo l’incidente domestico che lo ha coinvolto durante le prove del festival, arriva sul palco con la sua scura chioma fluente e il botox ormai sgonfiato, e presenta sorridente Giovanni Caccamo e Deborah Iurato, look di classe e una  “Via da qui” (scritta da Giuliano Sangiorgi) targata squisitamente Negramaro, e ottimamente eseguita dalla timbrica potente di lei e dagli ottimi controcanti di lui. Finalmente si avverte un piccolo brivido sul palco dell’Ariston.

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Primo superospite, Laura Pausini: eccellente esibizione, ottima presenza scenica, va in scena il festival dei buoni sentimenti. Mestiere e genuinità, talento e l’emozione di tornare sulle tavole che l’hanno lanciata a 18 anni verso un successo che veste i colori di “Simili”, il  brano che dà il titolo al nuovo tour mondiale.

Quinto campione in gara una band che vanta successi e grandi collaborazioni: arrivano gli Stadio e il primo piano che la regìa dedica a Gaetano Curreri rimanda l’immagine di un uomo distinto, dall’aria quasi professorale che quasi recita “Un giorno mi dirai”; poi arriva il refrain e lui è lì, con i suoi musicisti, e lo riconosceresti anche ad occhi chiusi. Un brano intenso, dal testo profondo, il racconto di un padre e un figlio. A seguire, in velocità, Garko presenta Arisa  con un maxipull che lascia le gambe velate; più conscia e sicura di sé, “Guardando il cielo” la Rosalba -priva degli occhialoni che l’hanno resa famosa- lancia la voce senza sforzi e senza sbavature, ma con una grinta nuova. Ottima la sua prima apparizione.

Aldo Giovanni e Giacomo ripropongono l’ormai famoso pezzo su Pdor, figlio di Kmer con i dovuti accorgimenti e le necessarie rivisitazioni; venticinque anni di carriera splendidamente passati al Nord, con un Sud che li premia sempre al botteghino e li premia anche a Sanremo.

Primo cambio d’abito per Madalina, stavolta un ottimo nero, taglio sirena e inserti di emù,  prima del settimo concorrente Enrico Ruggeri, forse la vera icona del festival e con un trasformismo nel look che rispecchia le fasi della vita di un signore della Musica; “Il primo amore non si scorda mai” è sempre velluto che graffia, non c’è nulla di già visto o di ovvio nel modo in cui Ruggeri  racconta di un primo amore e lo fa giocandosi lembi di anima rock.

A seguire, il felice ritorno dei Blu Vertigo, impareggiabilmente estrosi nel look, presentano -per la legge del contrappasso- un brano intitolato “Semplicemente”, loro che di semplice non hanno fatto mai nulla; a metà brano il basso di Morgan tace per un problema tecnico e il buon Marco lo lancia verso il tecnico senza danni per nessuno. Brano allegro coinvolgente giovane, sperando sia veramente un nuovo splendido inizio e sperando che la voce di Morgan migliori nelle prossime serate.

L’Ariston brilla delle luci tremolanti degli I-phone puntati verso il palco quando Sir Elton John si siede al piano e intona, con la sua giacca ricamata e gli occhiali sempre diversi, “Your song”; inevitabile l’accenno alla sua paternità, ma le polemiche che hanno preceduto la partecipazione di Elton John al festival di quest’anno sono state stemperate sul nascere e sono finite tra le note di “Sorry seems to be the hardest word”.

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Siparietto comico degli sposi in platea (Marta e Gianluca) e Rocco Hunt, definito da Garko “scugnizzo e intellettuale”; presenta “Wake up” che è il grido della sua generazione e per meglio rappresentare il pubblico che a Sanremo lo ha portato e che da sempre lo sostiene, stavolta non epura nulla e il refrain lo canta nella sua lingua. Ripete i concetti del brano che gli ha regalato la vittoria sanremese ma lo fa con uno sprint diverso. E’ andata decisamente meglio.

Senza infamia e senza lode il terzo abito della valletta per introdurre il decimo concorrente, una stilosissima Irene Fornaciari fasciata da una tunica nera, dai drappeggi leggermente vintage, che canta -lieve e priva di qualunque goffagine- “Blu”, un bel testo pieno di poesia, accompagnata da una bella composizione musicale.

Ultimo ospite internazionale di questa prima serata Maitre Gims e la sua “Est-ce que tu m’aimes”, e così scopriamo che la leggera sfalsatura che fa la differenza tra un’incisione in studio e un live è valida pure per le stars internazionali. Disco di Platino, il brano fa cassa. Chiudono la serata Anna Foglietta e Kasia Smutniak, necessario siparietto per lanciare il film “Perfetti sconosciuti” in uscita l’11 febbraio.

Tutto sommato, è andata bene; lodevole l’iniziativa di Conti legata a “Tutti giù per terra”, si poteva evitare osteria n. 20? Magari si, e magari la serata non finisce tanto presto; Dopofestival con Nicola Savino, la Gialappa’s Band e Max Giusti.

In fondo, #tutticantanosanremo.

Aggiornamento h: 00.43

Dear Jack, Bluvertigo, Noemi e Irene Fornaciari sono già a rischio di eliminazione.

 

 

 

 

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