Schindler’s List – Un film al giorno
Schindler’s List: Storia dell’industriale Oskar Schindler (interpretato da Liam Neeson). Proprietario di una fabbrica di oggetti smaltati e di utensili da cucina, convertita poi (come molte altre) in una fabbrica di armi, nel 1941 inizò ad usare operai ebrei come manodopera a basso costo. In realtà, grazie anche a notevoli sforzi economici, tutto servì a salvare dai campi di sterminio più di mille e cento persone.
Chi salva una vita salva il mondo intero. Questa è una frase del Talmud, un testo sacro ebraico. Ed è il motivo portante del film. Rinunciando di fatto a tutto, Schindler salvò migliaia di persone. Sperperò infatti la sua fortuna (visse praticamente in povertà) e visse i suoi ultimi anni sostenuto dai parenti dei sopravvissuti che aveva salvato.
Il film ha un taglio quasi documentaristico. Niente scene particolarmente feroci o cruente, girate come se fossero uno spaccato di vita dell’epoca. Ed è tragicamente vero. Girato volutamente in bianco e nero “L’Olocausto fu vita senza luce. Per me il simbolo della vita è il colore. Per questo un film che parla dell’Olocausto deve essere in bianco e nero”. In questo modo Steven Spielberg, il regista, spiegò la sua scelta narrativa. E ciò avvicina il film alla vita reale.
Però, in due scene, spunta quello che è diventato il simbolo del film. La bambina col cappotto rosso. Un colore che, in un film tutto in bianco e nero, risalta ancora di più. Scelta per sottolineare come le autorità Europee ed americane, nonostante sostenessero di non avere idea del massacro degli ebrei. Ma, così come il rosso risalta ed è evidente, la soluzione finale doveva essere chiara, anzi lo era. Ed è stata ignorata.
Significativa anche la scena finale. Schindler, dopo la caduta del regime nazista, è costretto alla fuga in quanto membro del partito Nazionalsocialista. E piange perché ha sperperato dei soldi che invece avrebbe potuto usare salvare più persone. E non c’è retorica. Itzhak Stern (interpretato da Ben Kinsley), il contabile di Schindler, affermò che l’industriale era veramenete disperato per non aver venduto una spilla d’oro per “avere una persona in più”.
Alcune curiosità: Oskar Schindler venne assolto nel 1958, ottenne la croce al Merito di Prima classe e, nel 1967, venne nominato Giusto tra le nazioni (persone che salvarono ebrei dall’olocausto senza nessun tornaconto) e a piantare un albero nel viale dei giusti. La lista del titolo è riferita agli elenchi dei dipendenti di Schindler che dovevano essere “nascosti” per impedirne la deportazione nei campi di concentramento.
Infine, il dettaglio rosso in un film in bianco e nero è, probabilmente, un omaggio a Akira Kurosawa che aveva già usato questo espediente in Anatomia di un rapimento nel 1963.