Il silenzio contro la violenza, la triste storia di Carla


Siamo nel 2016, eppure i casi di violenza sulle donne aumentano ogni giorno in maniera preoccupante.

A scuotere le coscienze un’altro caso gravissimo a Pozzuoli: Carla Caiazzo, donna incinta di trentotto anni, è stata bruciata viva dal suo compagno, Paolo Pietropaolo il primo di febbraio scorso. Insieme a lei altre due donne sono state colpite nel giro di sole 24 ore, Luana e Marinella.

Il litigio tra Carla e Paolo avviene fuori casa, in via Vecchia delle Vigne: Pietropaolo la prende a schiaffi e calci, finché, preso dalla sua follia, rovescia una bottiglia di benzina su Carla e le da fuoco insieme al bambino che porta in grembo. Poi, fugge con la macchina, ma la sua corsa è destinata a fermarsi sul ponte del Garigliano, contro un guardrail su cui si schianta. Adesso, Pietropaolo è accusato di tentato omicidio.

L’unica nota positiva di questa agghiacciante verità è che i medici sono riusciti a far nascere la bambina, Giulia Pia, mentre Carla lotta tra la vita e la morte al centro grandi ustioni dell’ospedale Cardarelli di Napoli.

Come augurio alla vita i cittadini di Pozzuoli hanno deciso di organizzare una fiaccolata per Carla. Il movimento è nato spontaneamente sul web e si è trasformato in un lento e silenziosissimo corteo pieno di luci. Partito da Piazza a Mare ha attraversato il centro della cittadina di Pozzuoli, passando per la darsena e piazza 2 marzo 1970, fino a fermarsi a piazza della Repubblica. Presenti anche i sindaci dei comuni flegrei di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto.

I cittadini si sono stretti in questo modo attorno alla giovane donna, tra lacrime e preghiere, in un silenzio assordante che urlava più di mille parole. Il silenzio di chi è indignato dalla crudeltà, di chi non vuole più vedere donne barbaramente uccise dai propri mariti, compagni, fidanzati.

Arrivata in Piazza della Repubblica la fiaccolata si è fermata di fronte a 329 palloncini bianchi, tanti quante sono le donne vittime di femminicidio tra il 2014 e il 2015. Dati davvero sconfortanti, che denotano una crescita minacciosa del fenomeno.

Paolo Pietropaolo mostra oggi segni di pentimento, chiarisce di essersi subito reso conto di aver fatto una stupidaggine, ma questo non sminuisce la sua colpa. Dichiara che non era sua intenzione uccidere Carla, ma che, in preda alla gelosia, voleva sfregiarla, cancellare la bellezza dal suo viso.

Quante volte ancora dovremo vedere la bellezza colpita da un mostro? Quante altre giovani donne devono morire a causa di falso amore che si trasforma in crudeltà, odio e violenza?

La nostra società rimane troppo spesso in silenzio di fronte a questo problema. A quello noi contrapponiamo il silenzio indignato e composto dei cittadini di Pozzuoli. Occorre fare qualcosa affinché mai più le donne siano vittime di violenza.

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