SOMALIA – MOGADISCIO – DUPLICE ATTENTATO 276 MORTI

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Sabato 14 ottobre, alle 14.40 ora italiana, esplodono due camion bomba causando 276 morti e 300 feriti. Il duplice attacco è avvenuto in una zona molto affollata del centro, nelle vicinanze del ministero degli Esteri e a ridosso del Safari Hotel.

“È stato un attacco orrendo. Sono scioccato e inorridito dal numero di vittime umane perdute nelle esplosioni e dal livello di distruzione che hanno causato”. Così riferisce l’inviato Onu, Michael Keating.
La prima devastante esplosione è avvenuta sabato intorno alle 14.40 ora italiana nei pressi del ministero degli Esteri e del Safari Hotel, in parte distrutto, mentre la polizia stava seguendo il camion bomba in quanto ritenuto “sospetto”. Gran parte delle vittime è composta da venditori ambulanti che si trovavano sulla grande arteria stradale in cui è esploso. Parte del Safari Hotel è crollato intrappolando molte persone nelle macerie.

Il secondo camion bomba è esploso pochi minuti dopo in un’altra strada provocando diverse vittime. I vetri delle finestre di numerosi edifici sono andati in frantumi mentre alcuni veicoli sono stati rovesciati dall’onda d’urto e si sono incendiati. Le immagini drammatiche trasmesse dalle tv di tutto il mondo mostrano diverse ambulanze sui luoghi degli attentati e i medici che cercano di assistere i feriti, mentre sono in molti a vagare tra le macerie degli edifici distrutti, alla disperata ricerca dei propri cari.

In dieci anni di primo soccorso non abbiamo visto nulla di simile” ha scritto in un tweet il servizio di Aamin Ambulance.

Tantissimi i feriti molti dei quali riportano ustioni tali da renderli irriconoscibili. Il presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e si è unito al coro delle voci per chiedere di donare il sangue. Il governo somalo attribuisce la strage al gruppo estremista di al- Shaabab definendola un “disastro nazionale.” La strage avviene tre giorni dopo l’incontro a Mogadiscio tra esponenti del Comando americano in Africa e il presidente somalo, inoltre sempre tre giorni fa si erano dimessi dal governo somalo il ministro della Difesa Abdirashid Abdullahi Mohamed e il Capo delle Forze armate, generale Mohamed Ahmed Jimale.

Danneggiati diversi edifici delle aree vicine come l’ambasciata del Quatar. Il bilancio delle vittime è destinato a salire secondo l’ex ministro della Sicurezza interna Abdirizak-Omar-Mohamed e aggiunge “ci sono diverse persone decedute in diversi ospedali della città, in seguito alle gravissime ferite riportate, sono migliaia i somali che stanno donando sangue ai feriti ricoverati negli ospedali di Mogadiscio”.
Il ministro degli Esteri Angelino Alfano si è detto sconvolto dall’attacco orribile contro gente innocente e con un tweet ha espresso “vicinanza e cordoglio al popolo ed al governo della Somalia”.

I media italiani danno poco risalto a una strage di tale portata.

La Repubblica Federale di Somalia si trova nel cosiddetto corno d’Africa, confina con il Kenya, l’Etiopia, Gibuti ed affaccia sull’oceano indiano. Deve il suo nome attuale all’esploratore italiano Luigi Robecchi Bricchetti che per primo visitò in maniera estensiva la regione del corno d’Africa. La storia contemporanea del nostro Paese per un lungo periodo ha affiancato quella della Somalia, a partire dal 1892 quando la città di Mogadiscio fu ceduta all’Italia, che se ne impadronì definitivamente nel 1905. Il territorio somalo fu controllato dal 1910 al 1941 dagli Italiani, anno in cui venne occupata dalle truppe dell’impero Britannico fino al 1950. Il 1° aprile del 1950 l’Italia assunse il controllo diretto della Somalia in base alla risoluzione “Amministrazione fiduciaria italiana in Somalia- AFIS” n. 289 del 21 novembre del 1949 approvata dall’Assemblea generale dell’ONU, ratificata il 2 dicembre del 1950 con la risoluzione n.442 e lo mantenne fino al 1° luglio 1960, quando l’ex colonia divenne indipendente. Numerosi coloni italiani si radicarono durante gli anni trenta e quelli a seguire nella Somalia italiana, in particolar modo a Mogadiscio. Tracce di questo recente passato sono tangibili e visibili sia in terra somala che italiana.

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