Superbonus, annunciato il blocco della cessione del credito

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È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, questa mattina, il Decreto Legge n.11 che annuncia il blocco alla cessione dei crediti di imposta relativi alle spese sostenute per gli interventi, non solo legati al Superbonus 110 per cento, ma anche al recupero del patrimonio edilizio.

Attraverso un comunicato stampa il Governo ha infatti annunciato l’approvazione di un Decreto Legge che fa scattare immediatamente l’operatività della norma. La novità è stata inserita nel decreto riguardante “Misure urgenti in materia di cessione di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali”, approvato dal Consiglio dei ministri giovedì 16 febbraio 2023.

 

Superbonus, cosa comporta il nuovo decreto?

Con l’approvazione del decreto legge n.11 del 17 febbraio 2023 sono state abrogate le norme che prevedevano la possibilità di cedere i crediti relativi alle:

  • Spese per interventi di riqualificazione energetica e di ristrutturazione importante di primo livello – prestazione energetica – per le parti comuni degli edifici condominiali, con un importo dei lavori pari o superiore a 200.000 euro;
  • Spese per interventi di riduzione del rischio sismico realizzati sulle parti comuni di edifici condominiali o realizzati nei comuni ricadenti nelle zone classificate a rischio sismico 1, 2 e 3, mediante demolizione e ricostruzione d’interi edifici, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare, che provvedano alla successiva alienazione dell’immobile.

Il testo introduce inoltre anche il divieto, per le pubbliche amministrazioni, di essere cessionarie di crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali maturati con tali tipologie di intervento

Nello specifico quindi il testo interviene modificando la disciplina riguardante la cessione dei crediti d’imposta relativi a spese per gli interventi in materia di recupero patrimonio edilizio, efficienza energetica e “superbonus 110%”, misure antisismiche, facciate, impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e barriere architettoniche. Fermando uno strumento che, secondo quanto dichiarato anche dall’Eurostat, ha potenzialità negative sull’incremento del debito pubblico.

 

Superbonus, perchè lo stop alla cessione del credito?

Sono diverse le motivazioni che hanno spinto il Governo Meloni a fare un dietrofront. Il costo per lo Stato è infatti significativo, i crediti di imposta sono stati chiesti da molte persone, questo ha portato ad un spesa non più di 72 miliardi come inizialmente stimato ma di ben 110 miliardi, di cui quasi 60 miliardi di euro proprio per la cessione dei crediti. Una spesa significativa se si considera che tali sconti fiscali non sono stati dati anno per anno come per le detrazioni normali, ma sono stati concessi subito nel momento in cui sono stati compiuti i lavori.

Non sono solo i rincari a portare ad un necessario cambiamento dell’agevolazione ma anche le moltissime frodi che, come affermato dall’ex Ministro dell’Economia Daniele Franco, si stimano aggirarsi intorno ai 6 miliardi di euro.

 

Stop alle cessione del credito, quali conseguenze?

Ance Genova, l’Associazione Nazionale dei Costruttori edili del capoluogo ligure, ha affermato che il blocco dell’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici metterà a repentaglio oltre duemila posti di lavoro solo nel territorio ligure e porrà centinaia di imprese in stato di grave crisi economico-finanziaria. La stessa associazione ha anche affermato “la necessità di un immediato ripensamento da parte del Governo per scongiurare il rischio di una dura reazione da parte di cittadini e imprese che verebbero esasperati dall’ennesimo provvedimento di modifica della disciplina in corso, con drammatiche ricadute sociali”.

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