Turchia, Erdogan vince le elezioni 2023: un’analisi approfondita

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TURCHIA: TRIONFA ERDOGAN MA IL PAESE STA CAMBIANDO

I DATI: KILICDAROGLU A TESTA ALTISSIMA

Recep Tayyip Erdogan ha vinto le elezioni presidenziali in Turchia, con il 52,1% delle preferenze, al ballottaggio contro lo sfidante Kemal Kilicdaroglu che ha ottenuto il 47,9% dei consensi.  Il leader turco si assicura in questo modo il potere per altri 5 anni, fino al 2028, dopo avere vinto tutte le elezioni dirette per il rinnovo della presidenza in Turchia.

UN PAESE CHE CREDE AL PROPRIO DIRITTO DI VOTO

Erdogan ha vinto con il 52.14% delle preferenze, il rappresentante dell’opposizione si è fermato al 47.86%. Tra i due un divario di 2.3 milioni di voti, erano stati 2.5 milioni al primo turno di 2 settimane fa. Leggermente più bassa, ma comunque altissima l’affluenza, 83.6%, al primo turno era stata dell’88%. Segnale evidente di un Paese di 83 milioni di abitanti, dove gli aventi diritto di voto sono 64 milioni e che nella partecipazione ci crede e non rinuncia al proprio diritto di voto.

IL 28 MAGGIO

Il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva votato in mattinata, insieme alla moglie Emine nel quartiere di Uskudar, sulla sponda anatolica di Istanbul. In un’intervista alla tv di Stato Trt dopo avere votato, ha dichirato che lo svolgimento delle operazioni elettorali sono importanti “per la vita della democrazia”, dal momento che è la prima volta che si svolge un ballottaggio nelle elezioni presidenziali in Turchia.

Da parte sua Kemal Kilicdaroglu, il candidato dei partiti di opposizioni che sfida Erdogan al ballottaggio di oggi, ha votato ad Ankara. “Invito tutti i cittadini ad andare alle urne” – aveva annunciato – “Dobbiamo liberarci da un regime autoritario e per l’arrivo della libertà e della democrazia”.

ERDOGAN DOPO LA VITTORIA

Governeremo il Paese per i prossimi cinque anni a Dio piacendo. Ci meriteremo la vostra fiducia. Oggi l’unico vincitore è la Turchia”, ha detto il presidente alla folla in delirio radunatasi dinanzi la sua casa di Istanbul, subito dopo la vittoria. Il presidente ha poi attaccato Kilicdaroglu e arringato la folla accostando i partiti che lo hanno sostenuto di essere Lgbt, cioè condannabili poiché non seguono la morale islamica. Sono molto conosciuti i suoi discorsi riguardo la condanna delle «devianze» o la sua mal sopportazione delle minoranze etniche. Proprio in queste comunità e nell’opposizione cresce la paura di un inasprimento delle sue politiche in una direzione sempre più illiberale. Anche perché come ha detto Erdogan stesso, non ha alcuna intenzione di indietreggiare dal campo politico, “Sarò qui finché non sarò nella tomba”.

UNA NAZIONE SPACCATA IN DUE

Un dato è molto curioso: le regioni con un tasso più alto di alfabetizzazione hanno dato una preferenza maggiore a Kilicdaroglu. Si tratta dei territori della costa Egea e Mediterranea, ma anche le grandi città come Istanbul e Ankara, dove la maggioranza della gente ha una visione ben diversa da quella della gente dell’Anatolia e del Mar Nero, che sostiene Erdogan. Il presidente turco ha dominato anche nelle aree colpite dal devastante sisma dello scorso 6 febbraio. Il sud est a maggioranza curda ha visto un leggero vantaggio a favore di Kilicdaroglu, che era sostenuto dai filocurdi di Hdp, ma ha perso voti in seguito alle alleanze concluse con gli ultranazionalisti tra il primo e il secondo turno. I risultati rappresentano una profonda spaccatura tra “città e campagna”: i grandi centri hanno sostenuto il leader dell’opposizione, la Turchia rurale si è espressa maggiormente a favore dell’ancora presidente.

UN RISULTATO DEMOCRATICO

Al di là delle valutazioni opinabili resta certo che quella di Erdogan è una vittoria democratica. Pur essendo un dittatore la maggioranza del popolo turco ha deciso di rieleggerlo nel rispetto della legge. Un risultato che va accettato anche se il cambiamento nelle menti delle nuove generazioni appare evidente. Alla fine, è prevalsa la volontà di continuità, in un paese che economicamente è molto instabile e che viene da un momento difficile. Decisivi per la vittoria potrebbero essere stati anche i voti di quasi 2 milioni di profughi siriani a cui è stata concessa la cittadinanza proprio alle porte delle elezioni. Secondo la Costituzione turca, riformata dal governo nel 2017, il mandato che inizia adesso con la sua ri-elezione dovrebbe essere l’ultimo per Erdogan. Eletto presidente per la prima volta nel 2014 e per la seconda nel 2017, proprio in questo anno ha fatto approvare un referendum per trasformare la Turchia in una repubblica presidenziale, allargando il suo potere e azzerando il conteggio dei mandati da presidente. Per questo motivo, formalmente, il suo primo mandato è iniziato nel 2017, post-riforma, ed il secondo inizierà adesso con la sua rielezione.

KIRICDAROGLU DOPO LA SCONFITTA

Kilicdaroglu, il leader del partito laico di centrosinistra, il Partito Popolare Repubblicano (Chp), ammettendo la sconfitta subita ha promesso che continuerà a combattere finché in Turchia non ci sarà una vera democrazia: “Questo è stato il periodo elettorale più ingiusto della nostra storia. Ma non ci siamo inchinati al clima di paura. In queste elezioni, la volontà del popolo di cambiare un governo autoritario è diventata chiara nonostante tutte le pressioni” – ha dichiarato – “Ciò che mi rende veramente triste sono i giorni difficili che ci aspettano per il nostro Paese. Per questo, continueremo ad essere i pionieri in questa lotta, fino a quando la vera democrazia non arriverà nel nostro paese”.

LE REAZIONI INTERNAZIONALI

Vladimir Putin ha inviato un messaggio di congratulazioni a Erdogan. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha inviato un messaggio di congratulazioni a Recep Tayyip Erdogan per la  sua elezione a presidente della Turchia. In una nota riportata dal sito del Cremlino, Putin si è rivolto all’ “amico” Erdogan, assicurando che le autorità russe apprezzano molto il suo “contributo personale” al rafforzamento delle “amichevoli relazioni russo-turche e della cooperazione reciprocamente vantaggiosa in vari settori”.

“Vorrei confermare la nostra disponibilità a continuare il nostro dialogo costruttivo su questioni di attualità nell’agenda bilaterale, regionale e internazionale. Attribuiamo grande importanza all’attuazione dei progetti comuni previsti, in primo luogo la costruzione della centrale nucleare di Akkuyu e la creazione di un hub del gas in Turchia”, ha aggiunto.

Ursula von der Leyen a Erdogan: “Le nostre relazioni sono di importanza strategica”

“Mi congratulo con Recep Tayyip Erdogan per la vittoria alle elezioni. Non vedo l’ora di continuare a costruire le relazioni Ue-Turchia. È di importanza strategica per l’Ue e la Turchia lavorare per far progredire queste relazioni, a beneficio dei nostri popoli”. Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

La premier Giorgia Meloni si congratula con il rieletto Presidente turco Erdogan

“Congratulazioni al Presidente Erdogan per la sua vittoria elettorale. Italia e Turchia sono alleate e condividono importanti responsabilità nel Mediterraneo e nel mondo. Insieme possiamo fare di più per i nostri popoli e la crescita e la stabilità globale”.

DEMOCRATURA E STUDI SUL REGIME DI ERDOGAN

Con democratura si intende un regime politico improntato alle regole formali della democrazia, ma ispirato nei comportamenti a un autoritarismo sostanziale. Un concetto coniato dallo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano per descrivere la convivenza di elementi democratici e autoritari all’interno di un modello che potremmo definire come “democrazia ristretta” o in altri termini “dittatura costituzionale”. Un modello che alcuni storici ed esperti di relazioni internazionali applicano al regime di Erdogan, sempre più studiato ed attenziato.

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