Colpo di scena nel corso dell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica: le forze politiche non sono state in grado di identificare un profilo condiviso ed hanno preso la decisione di chiedere al Presidente uscente, Sergio Mattarella, di accettare nuovamente la carica, ottenendo una risposta positiva.
I Grandi Elettori si sono subito allineati, eleggendo Mattarella all’ottava votazione, con una percentuale praticamente schiacciante.
Questo il risultato della corsa al Quirinale, al termine di trentasei ore a dir poco convulse, durante le quali è accaduto tutto ed il contrario di tutto. Al termine della giornata di ieri, infatti, erano venute fuori indiscrezioni, supportate dalle dichiarazioni di Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Beppe Grillo, secondo cui si stesse lavorando per individuare un profilo femminile come successore di Mattarella, profilo che molti identificavano nel capo dei servizi segreti, l’ex ambasciatrice Belloni.
Il quadro è completamente mutato stamane, con il nome della Belloni bruciato a causa dei veti di Forza Italia e PD, dato che ha costretto le forze politiche ad indire nuovamente un giro di consultazioni.
Il risultato è apparso clamoroso fin dall’inizio: tutti, a partire da Matteo Salvini, che ha provato ad intestarsi goffamente il merito della soluzione, si sono infatti riposizionati sulla conferma del Presidente uscente, da Italia Viva di Renzi al PD di Letta al Movimento Cinque Stelle a Forza Italia, con Silvio Berlusconi che si è fin da subito schierato verso la riconferma di Mattarella.
Fragorosa la risposta di Fratelli d’Italia: Giorgia Meloni si è detta letteralmente esterrefatta dalla decisione dei compagni di coalizione di abbandonare la strada del profilo nuovo, ed è andata al muro contro muro, determinando di fatto il deflagrarsi dell’unione con Berlusconi e Salvini. Le dichiarazioni della Meloni, seguite a ruota da quelle di Ignazio La Russa, altro esponente di rilievo di FdI, non lasciano spazio ad interpretazioni: si parla dichiaratamente di centrodestra “sostanzialmente scomparso e da ricostruire“, di FdI come “unico partito con una propria coerenza, cosa che ad altri evidentemente non appartiene” e si rivendica di aver seguito la stessa strategia dall’inizio alla fine, con la precisazione che il partito non esprimerà le proprie preferenze per Mattarella, bensì per Nordio.
Il Presidente uscente si è subito “messo a disposizione del Paese“, chiarendo tuttavia come i suoi piani “fossero in realtà ben altri“, per puro senso di responsabilità e per non lasciare lo Stivale in balìa di una situazione socioeconomica a dir poco incerta ed alla mercé di una classe politica che ha dimostrato, purtroppo, tutta la propria inadeguatezza, fallendo nel compito di individuare un nome condiviso, pur potendo contare su una “rosa” di papabili popolata da personalità di assoluto rilievo, e politico, e istituzionale e professionale.
In molti speculano sullo scenario secondo cui la strada sia già tracciata per Mattarella: sulla scorta di quanto accaduto in occasione del secondo incarico di Giorgio Napolitano, il Presidente sarebbe destinato a guidare il Paese semplicemente fino alla fine della legislatura, per poi lasciare al termine delle elezioni, passando la mano, secondo alcuni, proprio a Mario Draghi, attuale Presidente del Consiglio.