Obama, intervistato nel 2011, disse “Smetterla con le lamentele, smetterla con i brontolii, smetterla di piangersi addosso. Abbiamo del lavoro da fare. Il futuro premia chi insiste. Io non ho tempo per compiangermi, non ho tempo per lamentarmi, devo continuare per la mia strada”. Spesso noi napoletani abbiamo questa tendenza. Ma a volte abbiamo ragione. Basti pensare alle Universiadi tenutesi a Napoli. A parte una rapidissima citazione alla Rai, non sé né parlò.
Ma quello che è successo ieri, davanti allo stadio San Siro, e nel tragitto dei pullman di Inter e Milan, mette in luce quanto razzismo ci sia nei media italiani. Cosa è successo? Riavvolgiamo il nastro. A poche ore dall’inizio del derby (vinto dall’Inter per 3 a 0) una folla di migliaia di persone prima ha accompagnato i pullman, poi si è letteralmente asserragliata fuori dallo stadio. Molti senza mascherine e senza che si facesse nulla per evitare questo.
Dov’è il razzismo? Quando morì Diego Armando Maradona una folla di tifosi del Napoli si assiepò fuori dall’ex Stadio San Paolo per omaggiare il campione deceduto. Sky, i Tg ed anche diversi addetti ai lavori (fra cui Gennaro Gattuso, allenatore del Napoli) stigmatizzarono l’accaduto. E fu giusto farlo, anzi giustissimo farlo. Di questi tempi, soprattutto mesi fa con le media nazionale in aumento, fu grave.
Ma nessuno ha bacchettato i tifosi di Inter e Milan. Certo, la procura di Milano ha fatto sapere che le persone identificate saranno multate secondo i termini di legge. Ma a preoccupare è il silenzio di molti organi di informazione. Spesso critico i miei compaesani perché piangono troppo, sia calcisticamente che no. Ma questo è uno di quei casi in cui è giusto indignarsi è quasi obbligatorio. Vorrei sentire le parole delle dirigenze, che dovrebbero perlomeno dissociarsi da questi comportamenti pericolosi.
Ma soprattutto vorrei sentire Fontana che ha fatto fuoco e fiamme per far rimanere la Lombardia in zona gialla. Ma adesso fa scena muta. Forse per evitare di fare altre figuracce.