L’ università telematica al centro di accese discussioni
Non fa bene la polemica alla quale stiamo assistendo in questi giorni su UniPegaso a coloro i quali restano ancora scettici nei confronti delle università telematiche. Perché se innegabile è l’aumento degli studenti che scelgono di proseguire la loro formazione universitaria attraverso l’e-learning, altrettanto vero è che resiste ancora lo scetticismo e il timore nei confronti della formazione a distanza da parte dei NON nativi digitali.
La polemica è esplosa un mese fa e ancora resiste quando un giornalista de L’Espresso ha deciso di rimarcare con il suo articolo la storia di UniPegaso, l’università telematica della famiglia Iervolino. Per i ragazzi più giovani, infatti, è naturale pensare di studiare online essendo abituati a vivere quotidianamente rapporti e relazioni sociali via web, tramite tablet, smartphone e pc. Per i loro genitori la scelta di un’università telematica può rappresentare effettivamente un grande risparmio: mantenere i figli a casa senza bisogno che si trasferiscano in un’altra città per studiare permette di non sostenere una spesa molto alta per diversi anni. Ma la diffidenza degli adulti nei confronti di un metodo di formazione a distanza ha bisogno di rassicurazione e non di polemica. Ma veniamo ai particolari che hanno scatenato la viralità della notizia.
UniPegaso non è stata promossa a piena voti dall’ente che dà le pagelle alle università. L’Anvur ha manifestato nel suo documento di valutazione su UniPegaso alcune perplessità sulla didattica (in particolare dei master). Troppi docenti provenienti da altre università che bisognerebbe sostituire con docenti interni, troppi studenti che accedono ai master senza quasi alcuna selezione precedente, e soprattutto alcuni corsi (in particolare nella facoltà di giurisprudenza) che risultano troppo facili “nell’acquisizione dei crediti e nell’impegno richiesto per superare gli esami”.
Questo giudizio potrebbe screditare un po’ la serietà dell’università telematica Pegaso e far passare un messaggio sbagliato agli scettici che preferirebbero indirizzarsi verso le università tradizionali.