VENERDI’ DI SANGUE A KABUL. Colpite due moschee

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È stato un altro giorno di sangue ieri a Kabul, due attentati a distanza di poco colpiscono due moschee. Una sciita, l’altra sunnita. Oggi Isis rivendica.

Ieri venerdì, giorno dedito alla preghiera per i musulmani, a Kabul si è trasformato in un bagno di sangue. I bersagli questa volta sono state due moschee, una sciita, l’altra sunnita. Hanno colpito a distanza di poco, prima la moschea sciita dell’Imam Zaman nel quartiere occidentale di Dahst-e-Barchi, abitato soprattutto da membri della minoranza etnica Hazara (sciiti), qui l’attentatore nascondendo l’esplosivo sotto gli abiti è entrato mescolandosi tra i fedeli. Atteso il momento giusto, ha iniziato a sparare tra la folla per poi farsi esplodere. Il bilancio finale è di 42 morti e 41 feriti. Questa moschea aveva subito un attacco già il 25 agosto scorso da un comando armato, un violento scontro a fuoco di quattro ore e mezza con le forze di sicurezze afghane che lasciò a terra oltre 30 morti e 80 feriti

Più tardi nella piccola provincia occidentale di Ghor, nel distretto di Du-Layna, è la moschea di Khajagan ad essere colpita. Qui un altro kamikaze entra in una moschea sunnita e mentre tutti pregavano si è fatto esplodere fra i fedeli. L’obiettivo era di uccidere Fazal Ahmad, un comandante di una milizia locale, poi rimasto effettivamente ucciso.

Il portavoce del ministro dell’interno Nabjib Danish, ha dichiarato “L’attentatore suicida non si è fatto scrupoli di sacrificare la vita di 33 civili innocenti, ferendone altri dieci”.
Stamane, secondo quanto riferisce il quotidiano britannico Independent  citando un comunicato dello Sato Islamico, l’Isis ha rivendicato l’attacco nella moschea sciita : era diretto contro i “politeisti”, termine con cui il gruppo fondamentalista definisce spregiativamente i musulmani sciiti.

Sale dunque a 75 morti e 55 feriti il bilancio complessivo di questo venerdì di orribili carneficine in Afghanistan. Del duplice attentato riferisce scosso il presidente della repubblica Ashraf Ghani ,definendolo “un crimine contro l’umanità e contro i valori dell’islam. [..] puntano – riferendosi agli autori– alla divisione degli afghani, che però nonostante questo resteranno uniti”.

All’alba di oggi i talebani hanno sparato tre razzi nella zona verde della capitale afgana, colpendo le aree di Wazir Akbar Khan e Shash Darak. Uno ha centrato un muro esterno dell’ambasciata dell’Arabia Saudita, mentre un altro è caduto non lontano dal quartier generale della Nato. L’operazione è stata rivendicata dai talebani che hanno parlato di molte vittime, delle quali però ancora non esiste un bilancio ufficiale.

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