Viaggio in Italia attraverso i tipi di pane


Il 16 Ottobre si celebra in tutto il mondo la Giornata del pane. Solo in Italia esistono circa 250 tipologie di pane che raccontano una storia, quella del luogo in cui viene impastato ed infornato e quello della collettività che lo consuma.

Il pane, dunque, è un inestimabile patrimonio culturale da tutelare e promuovere. Possiamo tracciare una cartina geografica dell’Italia seguendo le diverse tipologie di pane divenute nel tempo più note.

Il pane in Italia

Diffusa soprattutto nella provincia di Trieste, la biga è un pane realizzato con farina di grano tenero che subisce un processo di lievitazione molto lento,

In Liguria non solo focacce. A fare bella mostra nei banconi dei fornai sono le ciappe, sottili sfogliatine di pasta non lievitata talora aromatizzate con l’origano o il rosmarino.

Molto diffuso in Alto Adige il bretzel, il pane dalla caratteristica forma ad anello con la superficie ricoperta di sale grosso che troviamo in tutti i mercatini di Natale del Trentino, del Tirolo e salendo verso l’Austria e la Germania.

brezel o pretzel

Vanta il titolo di uno dei prodotti più antichi d’Italia il pane carasau tipico della cucina sarda, il cui nome deriva dal sardo “carasare”, ossia “tostare”. La sua particolare croccantezza, infatti, deriva proprio dal fatto che l’impasto viene tostato.

In Sicilia troviamo la Mafalda dalla caratteristica forma a serpentello,  preparata con semola di grano duro e ricoperta di sesamo.

Il pane di Altamura, caratterizzato da una straordinaria durevolezza,  è stato il primo pane in Europa ad ottenere la Denominazione di Origine Protetta.

E’ tra i Sassi di Matera che nasce un pane dal sapore unico. Il pane di Matera, prodotto IGP (Indicazione geografica protetta) è il risultato di tutto ciò che una terra come quella della Basilicata sa offrire: grano lucano di prima qualità e acqua di sorgente purissima. Croccante all’esterno e soffice all’interno.

Tipico della Calabria è la pitta, schiacciata e a forma di ciambella, cotta esclusivamente a legna.

Tra i pani IGP (Indicazione geografica protetta), oltre al Pane di Matera, non dimentichiamo anche la Coppia Ferrarese, il Pane casareccio di Genzano, la Piadina Romagnola e il Südtiroler Schüttelbrot .

Tra quelli DOP (a Denominazione di origine protetta), oltre al Pane di Altamura, anche la Pagnotta del Dittaino e il Pane Toscano privo di sale.

Da non dimenticare la michetta lombarda, i grissini piemontesi, la puccia del Salento, la ciriola laziale e tantissimi altri tipi di pane, uno più buono dell’altro.

Il pane di San Sebastiano al Vesuvio

In Campania, tra i più noti, il pane di San Sebastiano al Vesuvio, cotto a legna con lievito madre. Conosciuto anche con l’appellativo di “pane otto giorni” per la sua straordinaria capacità di lunga conservazione, il pane di san Sebastiano al Vesuvio ha un profumo irresistibile.

Il segreto della sua conservazione sta nella lievitazione che avviene in modo naturale. Ciò che rende questo pane speciale è la combinazione degli ingredienti. Innanzitutto il criscito ovvero l’utilizzo del lievito madre; poi acqua, farina di grano tenero e parte dell’impasto delle precedenti infornate.

Il risultato è un pane dalla crosta dura e sottile, la mollica morbida ed un profumo straordinario merito anche dei forni costruiti con le pietre di Sorrento che mantengono il calore e trattengono i profumi.

 

 

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