Il pesante 4-1 con cui la Roma ha spazzato via la Fiorentina potrebbe segnare il ridimensionamento delle ambizioni viola. Champions lontana: sogno svanito?
Differenza troppo netta: Roma favorita
La mazzata è di quelle che lascia lividi dolorosi e visibili. Viola, non come la maglia, ma come il colore dei segni che questa sconfitta lascia sulla pelle della Fiorentina. Una squadra che esce pestata, percossa, malmenata, strapazzata dal confronto diretto giocato in casa della Roma, la prima rivale per l’obiettivo terzo posto. Il poker rifilato dalla sfrontata banda di Spalletti ai timidi e remissivi uomini di Sousa è un’affermazione di superiorità troppo netta che, a fine gara, distrugge con imbarazzante legittimazione gli alibi precari basati su un’arbitraggio discutibile e sulla “sfortuna” per gli infortuni capitati nel primo tempo a Borja Valero e Vecino.
I gigliati pagano una rosa non all’altezza del doppio impegno (campionato-Europa League) e delle avversarie che puntano all’ultimo piazzamento Champions disponibile. I giallorossi, in panchina, potevano vantare ricambi del calibro di Dzeko, Totti, Iago Falque, Strootman, Maicon. Gente di qualità ed esperienza che, nel lungo periodo, può risultare determinante. L’avvento dello Spalletti-bis, inoltre, ha donato ai capitolini nuove certezze ed un sistema di gioco esaltato dal periodo di forma stratosferico di El Shaarawy e Salah. La difesa viola, soprattutto nelle persone di Roncaglia ed Astori, è stata praticamente fatta a fettine, come fosse una tenera bistecca fiorentina, dai due affamati “faraoni”. Anche nelle altre zone del campo, la Viola mostra preoccupanti segni di cedimento e mancanza di fosforo, proprio nel periodo più importante della stagione.
E adesso c’è una montagna da scalare
I punti da recuperare per riconquistare la zona Champions League, adesso, non sono tre ma quattro. Aggancio e sorpasso: un’impresa, ad oggi, ai limiti dell’impossibile, considerando lo stato di forma delle due contendenti. Lo scontro diretto perso ieri si somma alla sfida d’andata, anch’essa vinta dalla Roma, e quindi ha una valenza ancor più rilevante: per riacchiappare il sogno costruito fin qui con maestria dal tecnico portoghese, servirà la migliore Fiorentina possibile. Meglio anche di quella ammirata da inizio campionato e che, nell’ultimo periodo, sembra essersi smarrita. Lo scorso lunedì sera il gruppo toscano sognava l’avvicinamento al Napoli, piazzato al secondo posto; pochi giorni più tardi, la Fiorentina cancella quel “pensiero stupendo” e vede addirittura scappare via la Roma al terzo posto, con Milan e Inter pronte ad avvicinarsi ulteriormente.
Il destino, adesso, non è più esclusivamente nelle mani dei gigliati. Se questa Roma così apparentemente sensazionale non dovesse fermarsi almeno due volte, qualsiasi sforzo viola risulterebbe vano. In 180′, la Fiorentina ha depauperato un tesoro inestimabile. Costruito faticosamente con impegno e dedizione. Regalando, a tratti, il calcio più spettacolare dell’intera Serie A. Ed il campionato da speciale tornerebbe ad essere normale, con una qualificazione (a meno di clamorosi disastri) in Europa League che non darebbe il giusto risalto al grande lavoro di Paulo Sousa. Mancano dieci giornate: saranno tutte finali da non fallire, sperando che i giallorossi perdano qualche punto per strada. Magari nello scontro diretto con il Napoli o tra due turni contro l’Inter. La Fiorentina, da parte sua, non dovrà sbagliare più nulla. Per non avere ulteriori rimpianti. Più di quelli che già affollano l’umore dei viola.
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