Una partita dura, difficile, molto più di quanto dica il risultato. Il 3 a 0 finale non deve far pensare ad una passeggiata di salute. La squadra di Gotti fa la sua parte molto bene ma, di fatto, si fa male da sola. La partita infatti si sblocca su rigore per un evidente ed ingenuo fallo di mano di Reca in area. Dragowski e Caldara completeranno il terzetto degli orrori. Unica nota stonata: gli ignobili cori che hanno inneggiato alla morte di Maradona.
La partita è sotto ritmo, soprattutto nei primi quindici minuti. Le uniche occasioni sono quasi autogol di Caldara, che anticipa inutilmente Dragowski, ed una girata di testa di Di Lorenzo uscita non di molto. Per il resto lo Spezia, privo di Gyasi e Nzola, tiene duro, pressa e impedisce al Napoli di giocare.
Spalletti è nervoso e, ad inizio secondo tempo, inserisce Politano per Lozano. E sarà decisivo. Infatti, dopo 48 secondi, l’ex attaccante del Sassuolo si invola in area, Reca cerca di contenerlo, riuscendoci anche ma colpendo il pallone con la mano. Rigore ineccepibile. Sul dischetto si presenta Kvaratskhelia che non la scia scampo a Dragowski.
Il muro spezino non reggerà più. Gli attacchi dei padroni in casa sono condotti con forza ma Meret si limita al minimo sindacale. E, in tre minuti, Osimhen buca altre due volta la porta. Prima Apmadu alza uno strano campanile in area, Dragowski esce malissimo colpendo il suo compagno e l’attaccante nigeriano, di testa, segna il suo quindicesimo gol.
Poi Caldara si fa soffiare malamente il pallone da Kvaratskhelia. Il georgiano serve Osimhen che, per la terza vola, non lascia scampo ai padroni di casa.
E, con questo risultato, il Napoli è a sedici punti sull’Inter seconda, in attesa del derby di stasera. Dove i punti potrebbero arrivare a quindici.