Italia- Belgio, il godimento azzurro del giorno dopo

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Italia-Belgio, la nazionale di Roberto Mancini batte quella di Roberto Martinez. Che spettacolo per gli azzurri, una meraviglia a Monaco di Baviera: Di Gianfranco Piccirillo

Italia-Belgio La gara è stata intensa e spettacolare a dispetto di una storia di incontri tra le due nazionali alla fase finale degli Europei sempre piuttosto tattici e avari di reti, ma prima dei numerosi aspetti positivi della nazionale vanno segnalati anche quelli negativi. Anzitutto l’incoerenza manifestata nella decisione di aderire completamente al black lives matter con il terzo atteggiamento diverso dopo la rinuncia completa con Turchia, Svizzera e Austria e l’adesione parziale con il Galles, poi gli errori commessi in tutte le situazioni in cui era necessaria una rivisitazione del var, che questa volta ha penalizzato oltremisura la nazionale, dopo averla favorita invece nel turno precedente.

Infatti stavolta il gol viene annullato a Bonucci per un fuorigioco precedente non evidente e soprattutto dopo la splendida doppietta azzurra, il var non interviene a richiamare l’arbitro sloveno, peraltro molto chiacchierato per le sue frequentazioni personali, per un rigore assegnato generosamente per un presunto fallo di Di Lorenzo, che sembrava più una spallata anche se piuttosto ingenua. Nel mezzo di un primo tempo scintillante due grandi parate dello stabiese Donnarumma, che impedisce a De Bruyne, recuperato sorprendentemente dopo l’infortunio alla caviglia contro il Portogallo, di timbrare il cartellino e a Lukaku di segnare anche su azione, ma soprattutto le prodezze di Barella e Insigne che con due grandi azioni personali sembravano aver già chiuso il discorso qualificazione. E invece proprio allo scadere del primo tempo arriva l’episodio discutibile con protagonista in negativo l’esterno basso del Napoli, che comunque è stato ingigantito dal discusso arbitro e invece minimizzato dal var. Il centravanti dell’Inter prima batte Donnarumma e poi lo irride, ponendosi l’indice sul naso, zittendolo quindi due volte. Fortunatamente nella ripresa Lukaku si lascia irretire a sua volta da Spinazzola, che lo anticipa clamorosamente ad un passo dal pareggio dopo un’altra bellissima azione di De Bruyne, mentre aumenta d’intensità la gara di Chiesa, preferito questa volta in partenza a Berardi, così come il recupero di Chiellini tutto sommato permette di contenere il centravanti belga con la complicità del collega juventino Bonucci. Il talento di Frattamaggiore assieme a Chiesa tiene in apprensione la difesa belga al contrario del torrese Immobile, che fa arrabbiare Mancini in panchina e i tifosi italiani presenti allo stadio di Monaco e davanti ai teleschermi per i tanti errori e le numerose giocate inconcludenti. Il tecnico spagnolo della nazionale belga si decide ad inserire il folletto del Napoli Mertens, che ravviva l’attacco, mentre prima Mancini opta per due scelte tecniche ben precise, inserendo Belotti e Cristante per Immobile e Verratti e poi è costretto a sostituire Spinazzola per un brutto Infortunio con Emerson Palmieri e il fantasista del Napoli con Berardi per non perdere le ripartenze di Chiesa, utili a rompere gli attacchi del Belgio, che cerca con insistenza il gol del pareggio per giocarsi la qualificazione ai supplementari. La prova della nazionale è positiva anche se sofferta con i tifosi belgi, che si fanno sentire di più anche se meno numerosi degli italiani, che a Monaco formano una comunità popolata quasi quanto Castellammare.

I tiri nel finale di Winsel mettono i brividi così come le giocate di De Bruyne, ma la nazionale tiene bene il campo fino alla fine, con in centrocampo reattivo grazie a Jorginho, ma anche Barella e il subentrante Cristante. Resistono bene in difesa sia gli esperti Chiellini e Bonucci che l’emergente Di Lorenzo, che giocava in serie C fino a pochi anni fa, ma Mancini è costretto a inserire un altro difensore, Toloi, al posto di Chiesa per fronteggiare l’assedio finale dei belgi con una mossa in stile trapattoniano, che dimostra la versatilità dell’allenatore azzurro. Ancora una volta il protagonista è il top player stabiese Donnarumma, che dimostra la sua bravura anche nelle uscite, dopo essere stato determinante tra i pali nel primo tempo. Il lungo recupero fa tornare in mente ai tifosi la bellezza del saper soffrire anche con qualche preziosa perdita di tempo, come ai vecchi tempi del calcio italiano fatto di sano catenaccio e tanta sofferenza da parte anche degli attaccanti. Insomma una vittoria di vecchio stampo per una semifinale storica che consente a Mancini di superare nettamente il risultato del suo predecessore Conte agli Europei e soprattutto con la grande possibilità di vendicare la batosta subita con Prandelli dalla Spagna nella finale di Kiev del 2012 per giocarsi poi a Wembley il titolo probabilmente contro l’Inghilterra, padrone di casa, anche se deve superare ancora due avversarie.

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