Italia: Il giorno dopo Belfast, editoriale del martedi


Italia: Il giorno dopo Belfast

Italia: Gli azzurri di Roberto Mancini impattano a casa dell’Irlanda del Nord. Il resto purtroppo è storia

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Mancini pensava di poter battere i nordirlandesi sul loro campo, dove nel girone non avevano preso neppure un gol e l’Italia nella sua storia non aveva mai vinto, schierando una formazione senza attaccante centrale con Berardi, Insigne e Chiesa in fase offensiva. Nel primo tempo la nazionale non riesce mai a rendersi veramente pericolosa, se non con i napoletani Di Lorenzo e Insigne, che in combinata dopo pochi minuti e con un azione di qualità del frattese nella parte finale, impegnano il portiere Peacock-Farrell. La qualità del gioco non è brillante perché i centrocampisti non riescono a trovare soluzioni adeguate e non danno fastidio al portiere nordirlandese più di tanto neppure le conclusioni da lontano di Barella e dello stesso Insigne, oltre che un paio di timidi inserimenti di Chiesa. Il migliore in campo è Di Lorenzo che si propone con puntualità sulla sua corsia in fase offensiva, ma la mancanza del centravanti sminuisce le sue iniziative, che purtroppo non producono il vantaggio, che rimane una chimera anche per tutta la ripresa quando si diffonde in campo la notizia dei gol della Svizzera contro la Bulgaria a Lucerna. Anzi, nonostante l’ingresso di Cristante per Tonali, che paga l’ammonizione dopo pochi minuti, che ha condizionato la sua gara, è lo stabiese Donnarumma a compiere una grande parata su Evans, mentre Peacock si limita a bloccare un tiro di Berardi e ad osservare i palloni di Insigne e Chiesa che finiscono fuori dalla sua porta. Mancini si decide ad inserire una punta centrale e cambia modulo, facendo uscire Barella, ma non si vede una nazionale più aggressiva neanche con i successivi ingressi di Locatelli e Bernardeschi per Jorginho e Insigne, anzi peggiora il gioco e l’intensità agonistica.

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Mentre il var di Lucerna prova a tenere a galla la nazionale annullando due reti alla Svizzera, che comunque attacca a valanga contro la Bulgaria e alla fine ottiene un poker di reti, la squadra di Mancini non riesce a cavare un ragno dal buco nella difesa organizzata dei nordirlandesi. L’ingresso di Scamacca al posto di Emerson Palmieri è l’ultima soluzione a disposizione di una nazionale troppo povera di punte come forse mai è stata nella sua storia, e l’italo brasiliano, prima di uscire, prova addirittura la soluzione personale dalla lunga distanza, ma onestamente anche con due punte e due esterni non si riesce ad impensierire Peacock-Farrell. Insomma come nel 1958 l’Irlanda del Nord è nefasta per gli azzurri e anche se la qualificazione diretta è conquistata dalla Svizzera, la squadra di casa nello stesso stadio di Belfast si toglie la soddisfazione di rimanere imbattuta negli incontri interni con la nostra nazionale e addirittura di sfiorare la vittoria, mancando una clamorosa occasione alla fine, in seguito ad una uscita avventata di Donnarumma, che costringe Bonucci a sostituirsi a lui in porta, respingendo di piede la conclusione debole di Washington. Sono doverosi i complimenti alla nazionale elvetica, che ha dimostrato di poter competere alla pari con i campioni d’Europa e di saper conquistare a nostre spese la qualificazione diretta e anche a questa nazionale irlandese del Regno Unito, formata in gran parte da calciatori che militano nelle serie B e C inglesi, che si è tolta la soddisfazione di bloccare di nuovo l’Italia, costringendola a disputare fastidiosi e temibili spareggi play off nel prossimo mese di marzo, per entrare eventualmente e solo dalla porta di servizio, nel novero delle squadre che avranno diritto a disputare la prossima edizione dei mondiali 2022 nell’inverno del Qatar.

Di Gianfranco Piccirillo

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