Vincere è l’unica cosa che conta? – Italia Testa di serie


Testa di serie, queste le tre parole che Tavecchio, Ventura e altri dirigenti della Federazione italiana ripetono da giorni, come una specie di mantra. A causa degli ultimi risultati l’importanza di queste tre parole è cresciuta in maniera enorme, forse per esorcizzare la paura di mancare la qualificazione a Russia 2018. L’unica opzione contro l’Albania di Panucci era una, vincere ad ogni costo per essere matematicamente certi di essere testa di serie agli spareggi ed evitare le seconde classificate più forti del mondiale. Missione compiuta, grazie all’ottavo gol in Nazionale di Antonio Candreva.

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Ventura, nonostante la mancanza di Belotti,  opta per il tanto criticato 424, con la seguente formazione: Buffon; Darmian, Bonucci, Chiellini, Spinazzola; Parolo, Gagliardini; Insigne, Eder, Immobile, Candreva. L’Albania con il solito 433 per l’onore in quanto Spagna ed Italia sono matematicamente prima e seconda nel loro girone.

L’Italia, come contro Israele e Macedonia, non brilla, costruisce molto ma conclude molto poco, tanto che nel primo tempo solo Insigne e Parolo tentano un paio di conclusioni verso la porta di Berisha, senza peraltro trovare lo specchio.Tuttavia, almeno stavolta, i meccanismi difensivi funzionano bene e la squadra di Panucci si rende pericolosa solo nel secondo tempo. Forse il discorso di Buffon ai senatori e agli altri compagni è servito allo scopo.

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Come già detto, il primo tempo è molto noioso con solo due conclusioni italiane e nessuna albanese. Nel secondo tempo gli azzuri, si costernano, s’indignano e s’impegnano ma le conclusione nello specchio sono deboli e facili preda del portiere in forza all’Atalanta. Al 63′ prima vera occasione albanese. Grezda calcia dal limite ma, colpendo male il pallone, gli dà uno strano effetto e solo uno straordinario riflesso di Buffon evita lo svantaggio italiano.

L’Italia cerca di riprendersi ma Immobile viene sempre chiuso bene, Insigne s’impegna ma non brilla (entrambi comunque molto meglio rispetto alla partita contro la Macedonia) ed Eder è semplicemente inguardabile. Al 69′ Bonucci, che da quando gioca al Milan sembra aver perso la bussola, lancia per Spinazzola ma sbaglia completamente e regala palla a Lilla che crossa nuovamente per Grezda che, fortunatamente, svirgola e manda a lato. Al 74′ il risultato finalmente si sblocca. Insigne pressa e ruba palla ad Hysai, Spinazzola raccoglie e crossa molto bene per Candreva. Il centrocampista interista che lascia partire un destro estremamente potente, quasi con rabbia, ed insacca l’uno a zero.

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A questo punto l’Italia, anche per scacciare gli spiriti delle critiche piovute in questi giorni, preferisce controllare ed effettivamente, a parte una bella azione di Latifi che costringe Chiellini a rischiare l’autorete per togliere il pallone dall’area, gli azzurri non corrono rischi ed anzi riescono sia ad addormentare il gioco che a creare un paio di palle gol.

Al 80′ Zappacosta si libera in area e crossa in mezzo, Agolli respinge e, sfortunatamente, la palla carambola sul giocatore italiano negando l’angolo e al 92′ Immobile, a tu per tu con Berisha, si divora il 2 a 0.  Alla fine l’Italia la spunta e porta a casa tre punti importanti sia per gli spareggi entrando come testa di serie sia dal punto di vista psicologico, per calmare gli animi in vista degli spareggi.

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Possiamo essere noi tifosi italiani essere contenti? In linea di principio si, in fondo gli allenatori italiani sono famosi per essere i più pragmatici del mondo, dove il risultato è l’unica cosa che conta e, se a farne le spese è il bel gioco, ben venga la vittoria. Ma è veramente tutto lì? Veramente basta vincere anche giocando così male? Forse è per questo che io, anche da tifoso del Napoli, spero che il Napoli di Sarri arrivi fino in fondo, a dimostrare che anche in Italia può vincere il bel gioco.

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