Juve Stabia- Editoriale di StabiAmore post Bari


Juve Stabia- Editoriale di StabiAmore post Bari. La squadra di Mister Sottili riesce a graffiare la capolista e per i gialloblu arrivano tre punti dorati

Juve Stabia-Bari, leggi le pagelle gialloblu 

Juve Stabia-La squadra di Castellammare dopo le dichiarazioni di Giuseppe Langella è riuscita a compiere l’impresa di battere la capolista, nonostante le defezioni dell’ultima ora di calciatori importanti come Tonucci, Cinaglia, Altobelli e Schiavi. Sottili sceglie di confermare Sarri in porta e gli esterni bassi Donati e Rizzo, ma è costretto a schierare Troest e Caldore centrali con la conferma di Scaccabarozzi e Davi’ a centrocampo e Stoppa, Bentivegna e Panico a sostegno del bomber Eusepi. Lo Stabia è molto attento in difesa nel primo tempo, subendo il primo tiro del Bari dall’ex attaccante Simeri solo al quarantesimo, parato facilmente da Sarri, che esce bene pure su una punizione dei pugliesi, calciata da posizione defilata nei primi minuti. In attacco il più vivace è Panico che sfiora il gol in due circostanze, la prima con un tiro da dentro l’area di rigore, parato con difficoltà da Frattali e la seconda con un tiro da fuori, che sfiora letteralmente il palo alla destra del portiere pugliese, che non ha provato nemmeno a tuffarsi. Alla fine del tempo Gigliotti su azione di Stoppa compie un netto fallo di mano in area, che induce l’arbitro a decretare il rigore per lo Stabia, che Eusepi ha la freddezza di saper realizzare, subito dopo un problema muscolare, che aveva fatto temere una sua uscita dal campo. Nella ripresa il tecnico del Bari, Mignani, inserisce subito l’ex Di Gennaro e la bestia nera Marras, che anche la scorsa stagione aveva punito lo Stabia con una doppietta al Menti, come in precedenza in serie B con la maglia del Livorno, mentre Sottili inserisce Evacuo per l’infortunato Eusepi e Berardocco per Bentivegna, che ancora una volta ha deluso le aspettative dei tifosi stabiesi, che nonostante la pioggia hanno onorato con una discreta presenza la sfida con la capolista, seguita a sua volta da un buon numero di sostenitori in curva ferrovia.

Anche nella ripresa il calciatore più pericoloso dello Stabia è Panico, che sfiora il raddoppio con un tiro che sibila vicino la porta di Frattali e successivamente con un’altra conclusione parata però piuttosto facilmente dal portiere barese. Mignani fa entrare anche il centrocampista D’Errico e Chedira per provare a cambiare l’inerzia di una gara, che resta favorevole allo Stabia, almeno fino all’ultimo quarto, dove l’altro ex stabiese Mallamo prende in mano le redini del centrocampo, creando qualche grattacapo alla difesa della squadra di Sottili, che però si dimostra molto attenta in tutte le circostanze. Per questo motivo ad un quarto d’ora dal termine sembra inspiegabile la sostituzione di Mallamo per Citro, mentre è sicuramente più razionale il cambio di Panico, esausto dopo aver speso tanto, con il giovane Guarracino. Il Bari nei minuti finali produce solo un colpo di testa di Chedira, abbastanza sbilenco e alcuni traversoni in area, sui quali si disimpegna bene il giovane portiere Sarri. Più pericolosa una punizione dal limite che Sarri pure è bravo a depotenziare, fino all’espulsione finale di Gigliotti, che sancisce praticamente la fine delle speranze della corazzata Bari di uscire imbattuta dal Menti, anche perché Sottili sceglie di coprirsi ulteriormente con l’ingresso del difensore Esposito al posto del centrocampista Scaccabarozzi nei sei lunghi minuti di recupero, decisi dall’arbitro triestino. Insomma lo Stabia soffre, ma neanche tanto, per conquistare una vittoria prestigiosa e importante per la sua asfittica classifica, soprattutto utile ad uscire dalla crisi. E in considerazione del prossimo impegno ancora casalingo di domenica prossima contro la squadra laziale del Monterosi si può pensare che il peggio per la squadra stabiese sia ormai alle spalle e sperare di risalire presto in classifica nelle posizioni più consone al prestigio dello Stabia, come si era detto in settimana nel dibattito interessante scaturito dalla sconfitta di Torre del Greco e dalle dichiarazioni successive di Giuseppe Langella.

Di Gianfranco Piccirillo

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