“Avimmo perduto a Filippo e ‘o panaro”, perchè si dice così?

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“Avimmo perduto a Filippo e ‘o panaro” ovvero “Tutto è perduto!” è un’espressione napoletana che si usa quando qualcuno subisce una grossa perdita o perde una grossa occasione. Ma perchè si dice così? Chi è Filippo? Con ESPRESSO NAPOLETANO, quest’oggi entriamo in punta di piedi in un teatro di metà Ottocento.

“Avimmo perduto a Filippo e ‘o panaro”, perchè si dice così?

“Avimmo perduto a Filippo e ‘o panaro” letteralmente significa “Abbiamo perduto Filippo e la cesta”. Ma chi è Filippo?

Pare che Filippo sia il personaggio di una farsa ottocentesca portata in scena da Antonio Petito, attore teatrale e drammaturgo napoletano. Nella farsa il nobile Pancrazio affida una cesta colma di viveri a Filippo affinchè la porti a casa. Filippo, però, anzichè obbedire al comando del suo padrone, se ne va in giro per la città consumando tutte le cibarie. La cesta resta così completamente vuota e Filippo, temendo la reazione del suo padrone, decide di non tornare più nella casa dove presta servizio. Il nobile Pancrazio resta, dunque, senza servo e senza cibo, ha perso “Filippo e ‘o panaro”.

Petito, il volto di Pulcinella

Antonio Petito, autore di tante farse, divenne celebre per essere stato a lungo il volto di Pulcinella. il personaggio di Filippo, in effetti, ricorda molto Pulcinella, sempre pronto ad imbrogliare il suo padrone.

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Petito è stato una delle figure più importanti del teatro napoletano dell’Ottocento. Tuttavia, il suo teatro è stato a lungo considerato solo “canovacci”. Si deve a Raffaele Viviani la riscoperta ed il rilancio di Petito con la messa in scena nel 1941 di  So’ muorto e m’hanno fatto turna’ a nascere con il titolo di Siamo Tutti fratelli.

Il “panaro

Ricorderete tutti la foto di Napoli che fece il giro del web durante il primo lockdown. Era un “panaro” con accanto un cartello “Chi può metta, chi non può prenda”.

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Napoli panaro

Con l’avvento della pandemia il “panaro” ( dal latino “panarum”, ovvero la cesta di vimini in cui gli antichi riponevano il pane) è divenuto non solo strumento di solidarietà, ma ha anche riconquistato il suo antico ruolo, ovvero quello di fare la spesa senza uscire di casa e senza avere contatti diretti con le persone. Un tempo, in ogni casa, c’era un paniere e le donne facevano la spesa semplicemente calando il paniere dal balcone sotto il quale arrivava il venditore ambulante o il bottegaio della zona.

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