Juve Stabia: Un Lampo Finale, editoriale del lunedi
Juve Stabia di cuore, di fortuna ed anche di magia, nella città della Torre pendente, le vespe di Castellammare di Stabia, tornano a casa con un ottimo punto nella cassaforte, in una partita dai mille volti.
Certo, il Pisa ha tenuto il pallino del gioco ed è stato ripreso sulla sirena, ma le vespe possono recriminare su una serie di episodi molto discutibili, ma mettiamo ordine:
Il primo episodio chiave, è quello del goal del vantaggio del Pisa: Di Gennaro calcia, mezza frittata di Gori e palla sul palo, ripartenza e goal nerazzurro con Masucci. Legge del calcio non scritta, goal sbagliato, goal subito, ma qui in var, avrebbe scritto molto probabilmente un copione diverso visto il contatto Marconi-Calo’ con il centrocampista Stabiese finto al tappeto dopo un contatto molto vistoso.
Altri episodi da matita rossa sono quelli di Marin che ha goduto di tanta clemenza da parte del direttore di gara, visto la quantità industriale di falli fatti in mediana. Stesso discorso o quasi per Birindelli, che già colorato di giallo, entrava in modo energico su Bifulco, insomma tantissimo materiale per la moviola.
Detto questo, le assenze in casa Juve Stabia hanno pesato moltissimo e peserà anche quella di Troest che si è beccato con Marconi dopo il fischio finale.
E’ stata una partita energica, con le due squadre che hanno provato a superarsi.
Il Pisa sul ring è stata quella che ci ha creduto di più, quella che ha calciato di più in porta; a proposito ottimo, l’esordio di Provedel che ha dato tranquillità al reparto.
Una Juve Stabia dal sapore operaio che si è svegliata nei minuti finali con l’ingresso di Di Gennaro, ma anche quello di Izco a dare brio alla mediana. Se Ricci ha giocato bene, l’ex Lazio si è preso i favori del popolo Stabiese con una magia al minuto 95, un pallonetto che dimostra la classe del giocatore, ma anche il sangue freddo.
Goal, legni, in totale due, uno pure da parte del Pisa, ammonizioni, cartellini rossi ed errori arbitrali, insomma questo Pisa-Juve Stabia, sarà ricordata come una gara non banale.