Arriva in quel di Genova, sponda Samp, la 13^ sconfitta di questo anonimo campionato della Lazio. Una sconfitta subita in rimonta da una squadra forse più motivata dei biancocelesti in questo finale di stagione, visto che i blucerchiati sono in piena lotta salvezza.
Solita prestazione di alti (pochi) e bassi (troppi) della compagine capitolina che resta ancorata al 9° posto in classifica e vede scappare anche il Sassuolo, vittorioso a Torino. Il cambio in panchina, con l’avvicendamento tra Pioli ed Inzaghi a favore di quest’ultimo, che sembrava aver giovato nelle prime due gare, sembra essere svanito e la Lazio è tornata abulica e senz’anima.
Il gol lampo di Djordjevic, che di per sé è una gran notizia, sembrava aver messo la gara subito in discesa e probabilmente se Candreva non avesse sciupato in modo scellerato il penalty a fine 1° tempo (rigore concesso dal signor Rizzoli per atterramento di Keita da parte del difensore blucerchiato Dodò), forse il risultato finale sarebbe stato diverso.
Ma recriminare su un episodio non è una cosa su cui far leva poiché anche le grandi squadre commettono errori ma hanno la forza di reagire. Già, le grandi squadre! Ma questa, come detto più e più volte non è una grande squadra anzi, a detta di molti non è manco una squadra degna della maglia che indossa. Troppi i limiti tecnici visti innumerevoli volte in questa stagione per poter veramente ambire a qualcosa di più di una onesta posizione di metà classifica. Con difensori come Gentiletti, Mauricio e Hoedt o con attaccanti tipo Djordjevic francamente è già tanto essersi salvati in largo anticipo. Ancora 270’ minuti ed almeno per quest’anno, quest’incubo per tutti i tifosi biancocelesti avrà il suo epilogo. Peccato però che il vero incubo, quello che dura da ormai 12 anni, non sembra proprio voler cessare.