A San Siro suona il De Profundis, no la Marcia funebre

Quattro giorni fa ho scritto che conveniva aspettare prima di suonare il De Profundis ma stasera suona la Marcia Funebre. Zero a Zero, un risultato del tutto immeritato con la Svezia che non crea niente per 90′ minuti, a parte delle belle perdite di tempo.

L’Italia gioca una grande partita ed è mancato solo il gol. Stavolta nulla si può dire agli uomini di Ventura a parte questo “Non si poteva giocare così anche all’andata”.

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Dopo sessant’anni, dallo spareggio del 1958 contro l’Irlanda del Nord, che l’Italia non mancava l’appuntamento ai Mondiali (nel 1930 non c’era al primo campionato mondiale, ma in quel caso si era semplicemente rifiutata di partecipare).

Purtroppo le peggiori paure si sono avverate e quella che è, a mio avviso, una delle migliori nazionali degli ultimi anni, manca clamorosamente la qualificazione e, di conseguenza, suona la Marcia funebre per Ventura.

La nazionale schierata oggi a Milano è la stessa di Stoccolma con tree differenze: Jorginho sostituisce lo squalificato Verratti, Florenzi al posto di De Rossi e Gabbiadini al posto di Belotti.

L’Italia non ha intenzione di bissare la pessima figura dell’andata e parte subito col piglio giusto e non concede nulla agli avversari. Gli Svedesi cercano subito di legnare come all’andata ma stavolta per prima cosa non ci caschiamo come all’andate e secondo l’arbitro, lo spagnolo Lahoz, chiarisce subito che non lascerà correre interventi duri (non a caso la Svezia finirà con 5 ammoniti)

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All’ottavo episodio dubbio nell’area svedese; Parolo viene messo giù da Augustinsson ma l’arbitro lascia correre. Al 16′ Jorginho, uno dei migliori in campo, lancia perfettamente Immobile che, calcia dalla linea di fondo, colpendo però l’esterno della rete. Il pressing alto e deciso dell’Italia impedisce alla Svezia di giocare e la squadra di Anderson si limita a spedire il pallone lontano.

Al 20′ Johansson, l’autore del gol mondiale, esce per un grave infortunio al ginocchio.

Dopo i primi venti minuti il ritmo cala un po’ ma l’Italia controlla il campo. Al 40′ l’occasione più clamorosa; Jorginho trova perfettamente l’attaccante della Lazio che calcia in porta, Olsen sfiore ma la palla sta carambolando in porta ma Granquist salva sulla linea.

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Nel secondo tempo un’altra occassione: Florenzi colpisce al volo, Olsen osserva il pallone che esce di poco alla sua sinistra. Tre minuti dopo ci prova Chiellini, ma la difesa smorza il tiro. Capendo il rischio, Anderson sostituisce Toivoden con Thelin.

Al 61′ angolo per l’Italia e Jorginho serve Gabbiadini che manca per un pelo l’aggancio finale. Doppio cambio per l’Italia, Belotti ed El Shaarawy per Gabbiadini e Darmian.

Il doppio cambio fa bene all’Italia. Il solito Candreva serve Belotti che di testa serve Immobile, ma il suo tiro sfiora il palo. Ma agli azzurri manca la fortuna, al 66′ Lustig devia di testa un cross di Florenzi battendo anche il suo portiere, ma la traversa salva la Svezia.

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Ultimo cambio della Svezia con Rohden per Claesson. Al 73′ altro colpo si sfortuna per l’Italia, Cross di Candreva per Belotti, anticipato di testa da Lindelof e anche lui sfiora l’autorete.

Alll’80’ Ventura tenta il tutto per tutto con Bernardeschi al posto di Candreva ormai allo stremo. Ma gli schemi saltano del tutto e, nonostante la foga e il pressing, gli svedesi, anche se con molto affanno, respingono tutti i cross dalla loro area. Al 86′ e all’88’ altre due gradi occasioni: il faraone libera un destro potentissimo ma Olsen libera e Parolo, su cross di Bernardeschi, fa un’altra volta la barba al palo.

Cinque minuti di recupero che però finiscono di fatto al 93′ quando Jorginho, con la forza della disperazione, ma anche stavolta il tiro esce.

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E così l’avventura in Russi per l’Italia non comincia nemmeno e per Ventura, che alcuni voci davano comunque dimissionario, suona la Marcia Funebre si parla già di sostituti: Carlo Ancellotti, Roberto Mancini (Dio ci scampi) e Massimiliano Allegri.

Comunque mi chiedo una cosa: che questo terremoto non ci costringa a rivedere dall’inizio il nostro intero sistema calcistico.


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