Diego Armando Maradona – La mano di D10S
Diego Armando Maradona è morto. Se non si vive su qualche eremo sperduto in mezzo all’Himalaya (e forse neanche lì), chiunque è ormai venuto a sapere della morte di Maradona, il Pibe de oro, la mano di D10s. Non ho certo la pretesa di dare la notizia per primo. Potrei esaltare le sue giocate, i suoi colpi di classe. Ma lascio quest’onore a chi l’ha visto giocare dal vivo. Essendo nato nell’87, non ho memorie del suo periodo al Napoli.
Potrei difenderlo da chi lo attacca a neanche un giorno dalla morte. Ma le parole di Alessandro Renica, difensore del Napoli, sono più che sufficienti “Diego non si tocca.. non ci provate ..non ve lo permetterò… non ve lo permetteremo”. Per la cronaca l’ex difensore del Napoli, si riferisce ad un tragico episodio accorsogli. Una delle sue figlie gemelle era morta di parto e l’altra era in fin di vita, e Maradona fu l’unico a chiamarlo in ospedale dicendogli “Federica c’è la farà”.
Sentire persone come Mughini, Cruciani, Pausini dire quelle cose fa veramente montare la rabbia. Mughini è ormai il paladino di Moggi e Cruciani è solo un povero frustato che sa solo sparare a zero contro tutto e tutti, probabilmente per sentirsi realizzato. E vorrei dire a Laura Pausini che nessuno si è dimenticato delle giornata di violenza sulle donne. Anzi mi risulta che sia stata ben ricordata.
Ma questa pseudo cantante dovrebbe aprire gli occhi (ed anche il cervello) su quello che Maradona era diventato. River e Boca sono queste squadre argentine che si odiano a morte. Ogni partita diventa praticamente un bollettino di guerra. Eppure l’immagine due due tifosi in lacrime, abbracciati, dovrebbe far riflettere.
Ma in Italia ci piace giudicare, soprattutto i morti. Perché molti di questo idioti non hanno neanche il coraggio di farlo in faccia, ma un morto non intenta cause legali. Ma a tutti questi soloni io dico “Riflettete su questo. Ogni singolo componente di quel Napoli dice ancora <<Noi eravamo, noi giocavamo>>, a prescindere dalla maglie indossate successivamente. Ferrara, Careca, Bruscolotti, Giordano. Non c’è un singolo giocatore che non abbia detto <<Era il più grande>>”.
Perfino Stefano Tacconi, in più interviste, ha sempre dichiarato che il gol su quella punizione a due in area è stata un’opera d’arte e che lui è fiero di farne parte. E se tanti giocatori di fede diversa, di caratteri così diversi, hanno una sola voce, questo dovrà pure significare qualcosa.