Napoli finisce il campionato degli azzurri senza Europa.Il racconto post gara di Gianfranco Piccirillo
L’ultima gara di campionato non regala nessuna emozione nel primo tempo, con un Napoli assolutamente innocuo con Politano e Simeone in attacco, incapaci di impegnare il portiere del Lecce Falcone, cosi come Kvaratskhelia, che anche nella ripresa manca clamorosamente nella conclusione.
Gli ingressi di Raspadori e Ngonge dopo l’intervallo, invece vivacizzano le giocate della squadra di Calzona, che in pochi minuti impegna Falcone con l’attaccante belga e il nazionale italiano e dopo l’errore grossolano del georgiano, colpisce pure un palo con lo svedese d’origine statunitense, Cajuste, il quale avrebbe potuto segnare finalmente il suo primo gol in maglia azzurra.In difesa Ostigard, Jesus, Di Lorenzo e Olivera finalmente riescono a terminare una gara senza prendere gol, ma per provare a segnare, vincere e scavalcare il Torino in classifica nella speranza di raggiungere ancora l’Europa di terzo livello in caso di vittoria della Fiorentina nella finale di Atene della Conference League, non è bastato neppure l’ingresso di Osimhen, al posto di Cajuste.
In precedenza c’è un altro legno di Ngonge, che colpisce la traversa con un tiro al fulmicotone, mentre anche l’allenatore del Lecce, Gotti, prova a aumentare la pericolosità della sua squadra con l’inserimento di Piccoli in fase offensiva.Prima degli ultimi cambi del Lecce con Rafia e Blin in campo, il Napoli si rende pericoloso con i difensori, prima Olivera e poi Ostigard, ma anche il Lecce manca l’appuntamento con il gol proprio con Piccoli e poi con un tiro di Oudin.
Indipendentemente dalla probabile cessione dell’attaccante nigeriano, il nuovo allenatore della prossima stagione del Napoli, avrà un grande lavoro da effettuare in tutti i settori del campo e se pure fosse il tanto decantato Conte, avrebbe sicuramente molte richieste da fare alla società.Ma forse qualcuno si aspetta la Manna dal cielo, con l’arrivo anche di qualche top player, oltre al nuovo direttore sportivo, che proviene dalla seconda squadra della Juventus.
Nel finale l’entrata di Mazzocchi al posto di Di Lorenzo serve forse da parte del pubblico napoletano a salutare il capitano dello scudetto, titolo che però dopo questa disastrosa stagione, appare solo un ricordo molto sbiadito.I fischi dello stadio San Paolo Maradona sono giustificatissimi per lo spettacolo penoso non solo di questa partita, ma di tantissime altre del più brutto campionato degli ultimi tre lustri, pessimo, vergognoso anzi, per una squadra, che avrebbe dovuto difendere lo scudetto.