Nelle ultime ore, un grave errore ha colpito Google Drive, il noto servizio di archiviazione e condivisione cloud utilizzato da milioni di utenti in tutto il mondo. A causare il blocco temporaneo del servizio è stato Piracy Shield, la piattaforma antipirateria nazionale sviluppata dalla Lega Serie A e adottata dall’Agcom per contrastare lo streaming illegale di eventi sportivi, in particolare le partite di calcio.
Piracy Shield blocca Google Drive: incidente clamoroso nella lotta alla pirateri
L’incidente è avvenuto oggi, quando Piracy Shield ha erroneamente inserito Google Drive tra i domini da bloccare, compromettendo l’accesso al servizio per numerosi utenti in Italia. La piattaforma agisce su segnalazione dei detentori dei diritti sportivi, che comunicano gli indirizzi sospetti di trasmissioni illegali. I fornitori di servizi internet, una volta ricevuta la segnalazione, sono obbligati per legge a disattivare l’indirizzo IP nel giro di 30 minuti. Tuttavia, la rapidità dell’azione automatizzata di blocco ha portato all’inclusione di Google Drive, una risorsa completamente estranea alla pirateria.
Per evitare situazioni di questo tipo, esiste una “white list” di indirizzi ritenuti critici per il Paese, che non devono essere disattivati anche se segnalati erroneamente. Sorprendentemente, Google Drive non figurava in questa lista di protezione, un’omissione che ha provocato l’inconveniente.
L’errore ha sollevato critiche social verso Piracy Shield, evidenziando i rischi di un sistema automatizzato che, se non gestito con estrema cura, può evidentemente creare degli inconvenienti di questo tipo. Per molti utenti, Google Drive rappresenta uno strumento fondamentale per lavoro e studio, e il blocco temporaneo ha creato non pochi disagi.
Piracy Shield è un sistema da riguardare e occorre lavoro per migliorare le misure di prevenzione ed evitare che tali situazioni si ripetano. Tuttavia, è certo che l’incidente riapre il dibattito social sull’efficacia e la trasparenza delle strategie adottate per contrastare la pirateria online, un fenomeno che, seppur in crescita, non dovrebbe compromettere l’accesso a servizi legittimi e largamente utilizzati.
Le richieste di chiarimento sono molte, ma la domanda è sempre la stessa: Piracy Shield funziona davvero?