Quei maledetti calci da fermo – 1 a 2 al Meazza


Un’ottima Italia non basta a portare la vittoria a Spalletti. Un inizio folgorante, condito dal gol di Tonali, ma anche da due difetti, uno già rivelatosi letale contro la Francia: il primo l’incapacità di chiudere i conti, il secondo l’assoluta incapacità (almeno fino ad oggi) di difendere sui calci da fermo.

La Germania gioca, l’Italia attacca

Il possesso palla e il palleggio sono in mano alla Germania. Ma gli azzurri non si fanno schiacciare. Anzi, nonostante il gioco passi tutto per gli ospiti, Donnarumma si limita ad un paio di uscite è l’Italia a passare in vantaggio, con un azione di gioco che rasenta la perfezione.

Bastoni lancia in profondità Barella, che si sfila dalla marcatura e lancia Politano. L’esterno del Napoli anticipa nettamente Baumann e serve Kean. Il centravanti della Fiorentina, complice una deviazione, non arriva sul pallone. Tuttavia Tonali si fionda sulla sfera e la insacca nella porta avversaria.

 

Il gol scuote l’Italia che si riversa nella metà campo tedesca. Tonali prima e Kean poi sfiorano il raddoppio, mentre Donnarumma rimane di fatto inerme, tranne in un paio di uscite. Ma, di fatto, gli azzurri non rischiano assolutamente nulla. E, alla fine del primo tempo, sono in controllo della partita.

La rimonta

Nagelsmann, capito il momento, corregge la squadra togliendo Raum, che a sinistra non ha mai tenuto il passo degli azzurri, per inserire Schotterbeck; inserisce anche il centravanti Kleindienst per Burkardt, spostando Sané a sinistra e Musiala trequartista. E le mosse si rivelano vincenti.

Perchè, tre minuti dopo, arriva il pareggio della Germania. Kimmich crossa dalla destra, con la palla che passa al centro dell’area, dove l’appena subentrato Kleindienst, lasciato completamente e colpevolmente da solo in mezzo all’area, colpisce di testa e pareggia il conto.

 

L’Italia ci mette venti minuti per riprendersi, sfiorando il raddoppio con Kean prima, e con Raspadori dopo. Ma, al 76′, l’Italia viene punita di nuovo. Calcio d’angolo dalla sinistra battuto sul primo da Kimmich, con Goretzka che spizza di testa, realizzando verso il palo opposto.

 

Amaro ma giusto

Il risultato è amaro ma, in fondo, giusto. L’Italia paga sia l’incapacità di chiudere la partita, sia l’incapacità di difendere sui calci da fermo. Arrivando a cinque gol in tre partite su queste situazioni. Troppi per una squadra in costruzione come l’Italia. E adesso si fa difficile per il ritorno in Germania

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