Due gol. Questo è il bottino di Raspadori in campionato. Misero ma, nel calcio, non sempre i numeri dicono tutto. Bisogna contestualizzarli: due gol, sei punti, meno cinque. Ovvero due reti segnate (Spezia e Juventus), sei punti portati in campionato, cinque i punti necessari per la vittoria dello scudetto. Scudetto che, in caso di vittoria contro la Salernitana e se l’Inter dovesse fare risultato contro la Lazio, sarebbe matematico.
Una partita bloccata ma la Juventus arrivava allo stadio con la penalizzazione rinviata e la squalifica della curva sospesa. Allegri si presenta in campo Soulé, Miretti e Fagioli. Milik al posto di Vlahovic, De Maria e Chiesa in panchina. Ndombelé titolare così come Lozano e Olivera. Questo ultimi due cambi obbligati visti gli infortuni di Politano e Mario Rui.
Meglio il Napoli i primi dieci minuti, meglio la Juventus i successivi dieci. Poco prima della mezzora Rabiot prova a sbloccare mescolando forza e tecnica. Il francese prima brucia Olivera, poi serve un traversone teso a centro area. Ma nessuno calciatore bianconero, però, riesce ad approfittarne. L’azione così sfuma nel nulla per la rabbia di Allegri.
Ribaltamento di fronte e Gatti colpisce Kvaratskhelia alla testa. Ma l’arbitro Fabbri e, cosa più importante, il VAR sorvolano sul rosso diretto al giocatore juventino. Gatti però si riscatta e salva su Lozano. Anche se il messicano si rivela egoista ignorando completamente il calciatore georgiano completamente libero. Nel secondo tempo, complice la pioggia, la partita cambia faccia diventando più agonica.
Subito Juve a inizio della ripresa, sull’asse Soulé Kostic, ma anche stavolta la Juventus non né approfitta. Il Napoli resiste e poi risponde con due conclusioni pericolose di Kvaratskhelia e Ndombele. Allegri all’ora di gioco ridisegna la squadra: fuori Miretti e Kostic, dentro Di Maria e Chiesa. Spalletti risponde con Zielsinki e Elmas per compensare.
Al 38′ Di Maria, lanciato da Kostic, segna la rete dell’uno a zero. Lo stadio esplode ma Fabbri, richiamato dal VAR, annulla per fallo di Milik su Lobotka. La Juve insiste e alla fineVlahovic al 45’ entra al posto del polacco e poco dopo trova la deviazione vincente sotto porta su assist di Chiesa. Gol? No. Perché l’esterno bianconero tocca la palla quando ha già superato la linea.
E, dopo due gol annullati, arriva la beffa per la Juventus e la gioia massima per il Napoli. Raspadori, subentrato a Kvaraskthelia all’86’, al 93′ trova il gol vittoria. Cuadrado di tuffa in area, Fabbri lo ignora, alcuni giocatori juventini rallentano per protestare, ma il Napoli gioca e, per l’appunto, troverà il gol del definitivo vantaggio dell’ex Sassuolo.
Osimhen viene murato da Rugani, ma la sfera arriva a Zielisnksi che serve Elmas. Il macedone scodella perfettamente per Raspadori che, al volo di sinistro. Jack impatta perfettamente la sfera che sbatte a terra, passa sotto le gambe di Szczesny e, cosa più importante, schizza in porta. Confusione in campo con la Juventus che si lamenta per qualche perdita di tempo. Nel frattempo Spalletti si copre con Rrhamani per Lobotka.
Esemplificativo e l’abbraccio di tutti i compagni. Con Osimhen che prima si toglie la maschera poi abbraccia Raspadori. E con lui tutta la squadra e parte della panchina volano in campo ed esultano sentendo lo scudetto praticamente ad un passo. Soprattutto perché arriva una vittoria dopo lo scontro diretto perso malamente contro il Milan.
E gli ultimi minuti sono tremendi. La Juventus reagisce con rabbia ma poco altro. E, per una volta, i partenopei buttano via il concetto di gioco e spazzano ogni pallone. L’ultimo brivido arriva al 98′ con una punizione di Fagioli, ma il centrocampista spreca malamente mettendo il pallone direttamente sul fondo e, con esso, le speranze juventine per il pareggio.
E il triplice fischio dell’arbitro fa esplodere i tifosi napoletani. E ormai i conti sono alle ortiche. Perché, a prescindere da tutto, a Spalletti e soprattutto al Napoli mancano solo cinque punti per la matematica certezza (la Lazio seconda può arrivare ad 82 punti, il Napoli è a 78). E ormai la scaramanzia sembra essere finita nell’immondizia. Nel frattempo il Napoli festeggia il suo eroe, Raspadori.