Sei anni dopo Amsterdam, l’Europa League si riveste di blues


Sei anni dopo Amsterdam, l’Europa League si riveste di blues

Arsenal – Chelsea non potrà mai essere una partita qualunque, per tradizione, blasone e rivalità; figurarsi cosa possa rappresentare se valida per la finale di una competizione europea. Un incontro ieri sera ulteriormente arricchita da numerose storie annodate ad essa: la più romantica quella di Cech, portiere dell’Arsenal ma storia del Chelsea, all’ultima partita della sua lunga carriera proprio contro il suo passato, probabilmente contro il suo futuro( pronto per lui un ruolo di dirigente dalle parti di Cobham). Quella di Hazard all’ultima recita con l’abito blues, quella di Giroud, bomber di coppa di Sarri, uno dei cannonieri più prolifici nella storia dei gunners; per finire con quella dei tecnici, da una parte Emery alla ricerca della quarta affermazione nella competizione, dall’altra Sarri tra mille voci di mercato alla ricerca del primo trofeo personale tra mille voci .

Il campo nella prima frazione non ha raccontato una partita memorabile, con due squadre chiaramente preoccupate al non esporre il fianco alle ripartenze avversarie; nei primi trenta minuti gli uomini di Emery si fanno preferire per pressing e ritmo, vanno vicino alla rete con una grande conclusione di Xhaka che sfiora la traversa, e oscurano la fonte di gioco di Sarri (Jorginho n.d.r), concedendo così poco spazio alla manovra avversaria..
Nell’ultimo quarto d’ora invece, appena diminuisce leggermente l’intensità dei gunners, il Chelsea prende campo e riesce in pochi minuti a rendersi pericoloso prima con Emerson e poi con Giroud, ma in entrambe le conclusioni Cech si fa trovare pronto.

La ripresa inizia seguendo le orme di fine prima frazione, con i blues più sicuri e agili nella manovra e nel trovare con più regolarità Hazard e Giroud; il goal del francese al quarto minuto è figlio di tutto ciò, con l’attaccante abilissimo a trasformare di testa in rete un cross dalla sinistra di Emerson con una fantastica torsione . Il Chelsea capisce la difficoltà dell’avversario e continua a premere sull’acceleratore, trovando dieci minuti più tardi il raddoppio grazie a Pedro lesto ad impattare un assist di Hazard e battere Cech; l’uno-due blues è una stangata per la squadra del nord di Londra, che da quel momento nel tentativo di recuperare si getta all’attacco perdendo equilibrio e distanze, concedendo il fianco alle ripartenze dei blues; in una di queste, al minuto sessantacinque, Maitland-Niles stende Giroud, Rocchi decreta il penalty che Hazard realizza con la consueta freddezza. Emery cerca forze fresche inserendo Guendouzi e Iwobi , e proprio quest’ultimo con un gran destro da fuori area riaccende una fiammella di speranza che, solo tre minuti dopo, Hazard spegne appoggiando in rete un docile pallone servitogli ottimamente da Giroud.

Gli ultimi venti minuti non aggiungono più nulla ad una storie a tinte blues, che con merito conquistano la seconda Europa League della loro storia; la seconda anche del numero dieci belga, assente sei anni prima ad Amsterdam per infortunio, che ieri sera, in una notte di fine maggio nella Montecarlo del Mar Caspio, ha deciso che era venuto il momento di salutare da protagonista. Come solo i campioni sanno fare.

CHELSEA(433)

ARRIZABALAGA 6: serata tranquilla per il basco
AZPILICUETA 6,5: la solita partita gagliarda del capitano
CHRISTENSEN 7: la migliore partita stagionale del danese
D.LUIZ 6,5: qualche fallo di troppo all’inizio, poi non sbaglia nulla
EMERSON 7,5: partitona del brasiliano, assist a parte per Giroud, novanta minuti di qualità
KANTE 6,5: gioca probabilmente al 30%, non di più, ma la sua presenza è indispensabile
JORGINHO 7: partita in linea con le prestazioni dell’ultimo mese
KOVACIC 6,5: probabilmente la miglior partita con la casacca blues
dal 76’BARKLEY: sv
PEDRO 7: l’uomo delle finali colpisce ancora
dal 71’WILLIAN 6: venti minuti per unirsi alla festa
GIROUD 8: la rete che indirizza la partita è da manuale, pregevole anche l’assist per la quarta rete, ma è la gara nel suo totale da applausi. Oltre alla coppa anche il titolo di capocannoniere della competizione per il francese.
HAZARD 8: primo tempo al piccolo trotto, nel secondo spinge “on” sull’interruttore e lo spettacolo cambia; il miglior modo per salutare quello che è stato il suo mondo per sette anni
dal 89’ZAPPACOSTA: sv

Pierluigi Cuttica Live and Football

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