E all’ultimo VAR la vince la Roma


Era una partita che la Roma doveva vincere. E ha vinto, o l’hanno fatta vincere, a seconda dei punti di vista.

Tutto è opinabile e nel calcio l’interpretazione del Direttore di gara centrale è l’unica che conta.

In un caso eclatante ipotetico dove l’arbitro va a vedere il VAR alla fine decide lui.

SEMPRE. Fatta la legge, trovato l’inganno.

Una Roma brutta, anche a causa della forza dell’avversario, vince la partita grazie ad un gol che, anche vedendo e rivedendo l’azione, non si potrebbe avere la certezza assoluta che fosse regolare o meno. Ma una deciosione va presa e siamo a  Roma, con uno stadio Olimpico urlante in attesa che DAMATO di Barletta prenda la decisione giusta, ossia quella di convalidare una rete dubbia, valida.

Col ragionevole dubbio negli Stati Uniti, in Tribunale, cose più importanti, si decide la vita o la morte di una persona.

E col ragionevole dubbio NON si condanna.

Il caso di questa sera è tuttavia emblematico: un tempo, quando non c’era il VAR probabilmente gli arbitri andavano a intuito nelle decisioni quando non erano sicuri. E nel dubbio decidi a favore della squadra blasonata o del piccolo avversario di turno?

A campi invertiti il rigore concesso alla Roma sarebbe stato concesso al Cagliari?

L’arbitro sarebbe andato al VAR oppure, come NON ha fatto il Signor Arbitro Pairetto in Cagliari-Inter, di fronte al blasone nerazzurro, avrebbe deciso senza visionare il monitor magico?

E’ davvero fastidioso vedere gli illustri colleghi SKY, romani e romanisti che, a  fine gara vadano a farsi belli con giocatori e allenatore in diretta elogiando gli stessi senza nemmeno mettere in dubbio la validità della segnatura.

Molto fastidioso. Tanto la Roma, come al solito vincerà lo Scudetto, si l’anno prossimo, come sempre e come sempre sarà, sempre ed immancabilmente secondo posto in classifica, sempre che Napoli e Inter permettano.

Ma nel calcio italiano la faziosità sportiva dei giornalisti-tifosi è qualcosa di clamoroso.

Anche il sottoscritto è tifoso.

D’altra parte chi scrive di calcio ama il calcio e di conseguenza, se scrive, tendenzialmente lo fa di una squadra LA sua squadra. Quindi è conivolto. E il Bel Paese è immensamente fazioso di nascita; che nessuno si permetta di non ammetterlo perchè è falso. Sarebbe tuttavia apprezzabile, quando si vince una partita con un gol dubbio, di ammettere che almeno è dubbio. Ma non avviene, anzi, si deride l’avversario; come è accaduto in campo nei minuti successivi il fischio finale; Barella e Florenzi, particolarmente, si sono, evidentemente, beccati. Raccapriciante che ciò avvenga. Porta a casa la vittoria e stai zitto, ed invece stai lì a menare pure per il naso. Questo è il tipico atteggiamnto di chi ha coscienza di detenere il potere e non si mette troppi problemi a sbattertelo in faccia, tanto nessuno ti può fare nulla. Nìente di più sgradevole. Poi, quando accade ai Signori romani a Torino, loro si inbestialiscono.

Allora, forse, sarebbe opportuno non farlo se non si vuole essere trattati così.

Sia nelle grandi televisioni sia nelle piccole reti locali il campanilismo è quasi imbarazzante.

Se il Cagliari avesse realizzato la rete convalidata alla Roma, dopo il VAR, al 95esimo, sarebbe stato concesso ?

Il Cagliari che vince a Roma con un gol discusso? L’arbitro sarebbe andato al VAR?

Domanda retorica, Amici sportivi.

Tutto questò è successo per una ragione una: l’uscita dal campo del piccolo genio del centrocampo cagliaritano Nicolò Barella che al minuto 71 si infortunia al dito (poi steccato) e veniva sostituito con Alessandro Deiola che, con rispetto parlando, non sarebbe degno di legargli le scarpe. Deiola, come Giannetti, non sono stati ceduti nemmeno in Serie B perchè nessuna squadra ne ha fatto richiesta: una ragione ci sarà. Per cui le riserve dei giocatori importanti, forse, sarebbe il caso siano degni dei titolari. L’uscita di Barella e l’ingresso in campo di Deiola, subito meritatamente ammonito per un fallo incredibile causa gap tecnico, dava l’avvio dell’arretramento del baricentro del centrocampo che da quel momento e sino al minuto 94 ha subito la mole di gioco della squadra giallorossa infrangersi contro il muro rossoblu che alla fine, ahimè, ha ceduto.

Perchè la Roma doveva vincere.

ROMA (4-3-3): Allison; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Nainggolan (dal 79′ Strootman), De Rossi, Pellegrini (dal 71′ El Shaarawy); Schick (dall’87’ Under), Dzeko, Perotti. A disposizione: Skorupski, Romagnoli, Castan, Bruno Peres, Moreno, Juan Jesus, Emerson, Gonalons, Gerson. Allenatore: Eusebio Di Francesco.
CAGLIARI (3-5-2): Cragno; Romagna, Pisacane, Andreolli; Van der Wiel, Ionita, Cigarini, Barella (dal 71′ Deiola), Padoin (dal 92′ Ceppitelli); Joao Pedro (dal 59′ Farias), Pavoletti. A disposizione: Daga, Rafael, Capuano, Miangue, Cossu, Giannetti, Melchiorri, Sau. Allenatore: Diego Lopez.
ARBITRO: Antonio Damato di Barletta.

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