E’ la classica partita per cui bisogna iniziare a raccontare dalla fine, riavvolgendo il nastro della partita dal 96esimo minuto.
Il bello o il brutto del calcio, se vogliamo, con una situazione ambientale dove un piccolo stadio come la Sardegna Arena, se piena di pubblico in tutti i settori e se la partita è in bilico di una sola rete, è il fattore fondamentale. 16.233 anime tinte di rosso e di blu.
Il classicio 12esimo uomo, così come è sempre stato definito il pubblico sugli spalti quando ci sono le gare sentite come questa.
Le partite con Roma, Juventus, Napoli e Milan sono quelle dove la Sardegna intera si runisce in un posto chiamata Arena, come era quella dove al posto dei calciatori c’erano i leoni e i cristiani. In questo caso i leoni erano i padroni di casa del Cagliari e i cristiani i romanisti.
La gestione arbitrale di Silvio Mazzoleni potrebbe essere analizzata con le lamentele di quello che fu il Capitano della Roma sino a qualche stagione fa, ossia quel pupone al secolo Francesco Totti che da dirigente della beneamata al termine di Roma-Inter della settimana scorsa menò per il naso la classe arbitrale e nonostante le poco velate accuse nessuna sanzione disciplinare arrivava.
Certo, aveva ragione, il rigore su Zaniolo
era grande come una villa la mare come quello della passata stagione a favore del Cagliari in Sardegna contro la Juventus, errore persino riconosciuto a posteriore dal responsabile AIA Rizzoli.
Tuttavia possiamo riscontrare, in maniera generica, che andare contro le grandi squadre fermi le carriere degli arbitri ed allora è meglio far finta di essere poco attenti, tanto, alla fine, ci sarà un altro chiodo da essere schiacciato, presto.
La partita
Durante l’allenamento finale a pochi minuti dalle 18:00 il centravanti del Cagliari dava forfeit, Pavoletti non scendeva in campo per la disperazione dei tifosi di casa che vedevano in Alberto Cerri il suo sostituto.
Un altro ragazzo, un altro giocatore, la lontana e sbiadita figura di un centravanti che sebbene dovrebbe essere il naturale alter ego dell’ariete Livornese rimane ancor oggi solo una figura sbiadita, che magari avrà un radioso futuro, ma l’apparente indolenza con cui zampetta su e già per il campo non soddisfa il pubblico sugli spalti. Considerando che è anche l’autore della deviazione dello 0-2 l’empatia tra Cerri e i tifosi non è ancora sbocciata.
Primo tempo
Il Cagliari, forse turbato dall’assenza di Pavoletti, entrava in campo titubante, non pervenuti soprattutto centrocampo e attacco; per non parlare della difesa che permetteva agli ospiti di fare il bello e il cattivo tempo e di realizzare le due reti che sembravano mettere al riparo da sorprese nella ripresa. Ma mai dire Mai!
La prima segnatura arrivava al 14esimo quando Cristante, servito da Kluivert, batteva da poco fuori area battendo Cragno che, certo, non vedendo la palla partire, non ci poteva fare niente.
Va evidenziato questo particolare perché ogni qual volta il portiere di Fiesole vede partire la palla l’intervento semi prodigioso è preventivabile, il resto della gara, soprattutto nella seconda frazione di gioco lo confermerà.
Lo shock della rete produce ancor peggio la titubanza, soprattutto in attacco dove il niente di fatto sembra il light motive della gara.
Che sembra andare ancora peggio quando sua sfortuna Cerri devia la punizione dal limite dell’area calciata da Kolarov.
0-2 e partita chiusa? Sembrerebbe così, ma al 45esimo arriva l’avvisaglia della reazione del Cagliari con il miracolo di Olsen su Farias.
Secondo tempo
Poche emozioni sino al 67esimo quando un presunto fallo di mano di Kolarov costringeva l’arbitro ad andare al VAR ma niente di fatto, niente rigore. Come volevasi dimostrare quando un Direttore di gara viene costretto ad andare al monitor, se si sente costretto a farlo nella maggioranza delle volte, comunque, essendo la maggior parte molto permalosi, fanno solo la scena di vedere, tanto poi decidono sempre loro, non c’è nulla da fare.
Al 77esimo altra richiesta di rigore per il Cagliari ma stavolta c’è il silent check tra l’arbitro la VAR Giacomelli di Trieste e l’arbitro in campo con il risultato identico al precedente.
All’84esimo la svolta della gara quando dal calcio d’angolo perfettamente calciato dal Croato Srna e spizzato da Joao Pedro arriva la prima rete di Ionita, Cagliari che ci crede e spinge sull’acceleratore grazie anche al pubblico che incita la squadra.
Altra svolta l’azione del 92esimo quando un’azione d’attacco determina un fallo sul portiere giallorosso con successive espulsioni dell’allenatore Maran del Cagliari e del suo Vice Maraner contemporaneamente, mai visto prima una cosa del genere!
E non finisce qui: pochi secondi dopo Srna espulso pure lui e per proteste due gialli consecutivi per Ceppitelli.
Un disastro arbitrale che Mazzoleni forse non ha saputo gestire in maniera ottimale ma nell’azione finale della gara Sau veniva lanciato da Ionita e insinuandosi come un folletto nella difesa giallorossa infilava in uscita Olsen determinando l’apoteosi assoluta alla Sardegna Arena, una goduria assoluta, un pareggio insperato e lo stadio isolano rimane incredibilmente inviolato ancora, come solo quelli di Napoli e Juventus.
Riusciranno i nostri eroi a resistere la settimana prossima al Napoli di Insigne, Mertens e compagni?
CAGLIARI (4-3-1-2) Cragno; Srna , Ceppitelli , Klavan, Padoin (65′ Pajac); Faragò , Bradaric, Ionita; João Pedro; Cerri, Farias (74′ Sau). All.: Maran | |
A disposizione: Aresti, Rafael, Andreolli, Pajac, Pisacane, Romagna, Cigarini, Dessena, Pavoletti, Doratiotto, Sau, Verde. | |
Indisponibili: Castro, Lykogiannis – Diffidati: – Squalificati: Barella | |
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ROMA (4-2-3-1) Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Cristante , Nzonzi; Under, Zaniolo (88′ Juan Jesus), Kluivert (74′ Pellegrini Lu.); Schick (83′ Pastore). All.: Di Francesco | |
A disposizione: Mirante, Fuzato, Santon, D’Orazio, Riccardi, Fazio, Marcano, Luca Pellegrini, Perotti, Pastore. | |
Indisponibili: De Rossi, Pellegrini Lo., Coric, Dzeko, El Shaarawy, Karsdorp – Diffidati: Fazio, Pellegrini Lo. – Squalificati: Nessuno |