Napoli-Roma, il giorno dopo

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#NapoliRoma1a1 Spalletti è costretto a schierare un Meret alle prese con una gastroenterite per l’indisponibilità di Ospina ed esclude dalla formazione sia Zielinski che Mertens, puntando su Ruiz a centrocampo e Lozano in fase offensiva. Solo il messicano conforta le scelte del tecnico toscano, che non ha mai vinto contro lo special One, autore dell’omaggio a Pasqua all’altarino di Maradona ai quartieri spagnoli. Infatti da una giocata fallosa di Ibanez su Lozano il var richiama l’arbitro al monitor per il vantaggio su rigore di capitan Insigne e il Napoli nella prima mezzora circa legittima il gol con una netta supremazia, che però non crea grossi pericoli a Rui Patricio. Invece nella parte finale del primo tempo la Roma impegna prima Meret con Zalewski e poi colpisce la traversa con una deviazione nella sua porta di Osimhen, che ha rischiato di chiudere con un’autorete una pessima prima parte di gara. La gara non è bella perché piena di falli e interruzioni con poche giocate di qualità, ma questa volta Insigne gioca piuttosto bene, mettendo in difficoltà la retroguardia di Mourinho, che soffre le sue incursioni come quelle di Lozano, che però non trova mai nell’attaccante nigeriano una sponda utile alla risoluzione finale. L’infortunio di Lobotka induce Spalletti a inserire Zielinski, spostando Ruiz nella posizione dello slovacco e la squadra perde ulteriore equilibrio, esponendosi alle minacce offensive della Roma, che prende campo alla ricerca del pareggio, sfiorato con un colpo di testa di Abraham. Fioccano ammonizioni per i falli continui da una parte e dall’altra e Mourinho prova con l’inserimento di Mkhitaryan a creare nuove azioni offensive e la Roma si rende pericolosa con un colpo di testa di Mancini sugli sviluppi di un calcio piazzato. Spalletti si rende conto che deve correre ai ripari e inserisce Elmas e Demme per Lozano e Fabian Ruiz, trovando finalmente il modo di interdire meglio il gioco della Roma e consentendo a sua volta a Zielinski e lo stesso macedone di sfiorare il raddoppio con tre tiri da fuori, che mettono in qualche difficoltà Rui Patricio. Mourinho prova le carte di Veretout e del faraone El Shaarawy per ritrovare il ritmo offensivo e Zaniolo prova a procurarsi il rigore, ma l’intervento di Meret sul giovane talento romanista è stato nettamente sul pallone. Il finale è caratterizzato da ulteriori provvedimenti disciplinari che colpiscono uno dei portieri di riserva della Roma, mentre Osimhen finalmente riesce a rendersi pericoloso con un tiro che manca la porta dopo un’azione di ripartenza. Spalletti addirittura toglie Insigne e Osimhen per inserire un difensore come Jesus e il folletto belga a dimostrazione della sofferenza di condizione atletica del Napoli, che chiude in affanno al cospetto di una squadra, impegnata giovedì scorso nei quarti di Conference League. Ma neanche con una difesa in stile trapattoniano e l’infortunio di Zaniolo, Spalletti riesce a raggiungere il suo primo storico successo sul pluri decorato allenatore portoghese, che grazie all’inserimento del giovane Felix, dopo l’ingresso pure di Perez, riesce a rimettere la gara sul binario a lui favorevole. Insomma è stato un derby del sud, che dopo il sole della pasquetta, ha visto per i tanti tifosi napoletani presenti allo stadio, la doccia gelata del gol del pari di El Shaarawy, liberato bene da un tocco di tacco di Abraham, ma favorito pure da un’altra incertezza di Zanoli dopo quella nella gara precedente contro la Fiorentina. Alla fine la Roma, che ha meritato ampiamente il pari, finisce in attacco e Meret è costretto a compiere un’altra parata sul colpo di testa di Pellegrini e anche questa stagione il Napoli può dire addio ai sogni di gloria, per cercare nelle ultime gare di campionato di raggiungere solo l’obiettivo, che peraltro sta più a cuore al presidente Delaurentiis, della qualificazione nella zona Champions. Per questa società conta assumere quelle risorse economiche, che consentono al presidente di sostenere le sue realtà imprenditoriali.

Di Gianfranco Piccirillo

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