Juve Stabia- Due goal in cinque partite, una involuzione dopo Monopoli. L’analisi della gara post Foggia ma anche del periodo delle vespe che segnano poco e non divertono.
Juve Stabia-Le vespe di Castellammare di Stabia impattano al Romeo Menti contro il Foggia e dopo la sconfitta di Taranto questo pareggio ha il sapore di una mezza sconfitta. Nemmeno la superiorità numerica ha fatto sorridere la squadra allenata da Mister Colucci che offre ai suoi tifosi un brutto passo falso.
Se fosse stato uno sport diverso ai punti avrebbe vinto il Foggia anche in virtù delle occasioni create nel corso della gara. Quella di Frigerio con il salvataggio a pochi passi della linea e poi quella di Vuthaj. D’Ursi è sembrato spesso un rebus per la difesa di casa e nel film del primo tempo mai le vespe hanno creato una reale situazione di pericolo. Il bomber Vuthaj si colorava di rosso e la superiorità numerica lasciava presagire un qualcosa di importante per il popolo gialloblu ma è di Malomo l’occasione con una traversa. Bentivegna è bravo a crossare un pallone delizioso e Santos ottimo ad impattare. E’ il minuto 81 e sembra praticamente cosa fatta ma nel calcio mai dire mai ed il Foggia non si arrende e strappa con Ogunseye un meritato pareggio. Non si può parlare di beffa per la Juve Stabia anche perchè la prestazione offerta ieri pomeriggio è ancora una volta rivedibile.
La squadra continua a faticare e non poco in materia di fase offensiva ed ancora una volta le occasioni in zona goal si contano sulle punta delle dita. Dopo la vittoria contro il Monopoli questa squadra ha trovato una involuzione in materia di gioco ed anche in materia di goal visti i soli due goal in cinque partite di campionato. Insomma il tutto sembra una diretta conseguenza di questa situazione. Un campanello d’allarme? Forse si, anche perchè le prossime fermate di campionato non aiutano le vespe da Catanzaro passano poi per il Pescara dove servirà ricaricare le batterie ed inventarsi qualcosa di importante contro due avversari di assoluto livello e spessore.
