Perdita dei capelli. Quando cominciare a preoccuparsi?

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Se la perdita di capelli è continua,  non c’è sostituzione del vecchio capello caduto con uno nuovo, quando si vede diradamento o si presentano delle chiazze, allora sì che abbiamo a che fare con un campanello di allarme.

Perché la caduta di questo tipo può essere conseguenza o rappresentare il sintomo di un malessere del corpo  e/o addirittura di una patologia.

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Perdita dei capelli. Quando cominciare a preoccuparsi?

Partiamo da:

1) condizioni di tipo più generale

  • carenza di minerali e oligoelementi dovuta a diete drastiche e squilibrate;
  • cicli mestruali molto abbondanti;
  • problemi di malassorbimento o celiachia;

E’ fondamentale evitare carenze in particolare di ferro, che è cruciale per la crescita del capello. Pertanto accertarsi di non avere carenza di ferro, dosando anche la ferritina, che immagazzina il ferro nel sangue e nei tessuti, soprattutto se hai un ciclo mestruale molto abbondante.

L’intestino è importante per l’assorbimento dei nutrienti per cui un malassorbimento (come ad esempio l’intolleranza al lattosio, l’allergia al nichel, la celiachia, o anche la sensibilità al glutine) e l’alterazione dell’equilibrio intestinale, può determinare carenze con annesse conseguenze anche per i capelli.

Lo stress, cosa non danneggia!

Che sia dal troppo lavoro, emotivo, fisico o mentale può avere un’incidenza notevole sulla perdita di capelli accentuandone la caduta.

2) Patologie specifiche della cute

  • dermatiti
  • psoriasi
  • dermatite seborroica

La pelle deve essere sempre controllata e ben gestita, anche quella del cuoio capelluto, soprattutto se si ha una manifestazione importante di perdita. E’ il caso allora di rivolgersi ad un dermatologo tricologo che possa dare una diagnosi con conseguente terapia.

3) Malattie autoimmuni

  • ipotiroidismo
  • ipertiroidismo
  • tiroidite hashimoto
  • alopecia areata
  • lupus

E’ noto che le patologie autoimmuni, di cui ho scritto una piccola rappresentanza, sono una bomba ad orologeria, il momento di innesco non è noto, le conseguenze spesso davvero gravi.

E’ opportuno quindi controllare sempre i parametri ematici, fare visite preventive, ascoltare il proprio corpo e valutare tutti i sintomi, e rivolgersi alla figura più vicina che è rappresentata dal dal medico di famiglia fino allo specialista.

 

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