In uno dei tanti turni infrasettimanali necessari a fare terminare il campionato in tempo utile per gli spareggi si affrontano due squadre blasonate, ma con seri problemi sia di classifica, che di questioni societarie. Il Catania è quella che sta messo peggio, rischiando sia il fallimento che una pesante penalizzazione in classifica per gli emolumenti non versati, ma nel primo tempo è l’unica squadra che si vede in campo in una delle partite più brutte di questo campionato. Sottili dopo la prestazione nettamente incolore di Palermo si affida all’esperienza di Tonucci in difesa e di Schiavi a centrocampo, ma anche ai giovani esterni bassi Peluso e Panico, acquistati al mercato di gennaio, ma la sua squadra riesce a tirare una sola volta in porta al minuto 43 con Stoppa, che praticamente fa una telefonata al portiere Sala. Il Catania di Baldini, presente nella tribuna semi deserta del Menti per squalifica, riesce a rendersi pericoloso con le giocate pungenti di Greco, calciatore naturalizzato italiano, di origini del Madagascar, cresciuto nelle giovanili della Roma, che sfiora due volte il gol, calciando sempre di poco fuori alla destra di Dini, fornisce un assist a Simonetti, che realizza facilmente il vantaggio in una difesa stabiese apparsa di burro e un altro nel recupero del primo tempo a Rosaia, che si fa ribattere il tiro da Panico quasi sulla linea di porta. Nella ripresa Sottili prova a scuotere una squadra impalpabile e molle, inserendo subito Davi’ e Della Pietra, per gli anonimi Altobelli e Ceccarelli, ma è sempre il Catania a fare la partita, realizzando il raddoppio ancora su assist di Greco e sempre con Simonetti, che finora era a digiuno in campionato e sprecando con Biondi il terzo gol in un altro paio di circostanze. Mentre Baldini si può consentire di fare respirare per i prossimi ravvicinati impegni sia il capocannoniere Moro, oggi apparso meno brillante del solito, che il sorprendente Greco, Sottili è costretto a bocciare ancora una volta la prestazione di Schiavi, inserendo il fantasista Bentivegna, un calciatore che il tecnico stabiese dimostra di non saper gestire in modo adeguato. Insomma in questa partita, che non fa onore alla storia gloriosa della squadra stabiese, brillano due situazioni extracampo, la presenza seppure ridotta delle due tifoserie organizzate, nonostante la giornata lavorativa e l’orario scomodo, e la cerimonia nell’intervallo di premiazione al giornalista Gianluca Di Marzio in onore del padre Gigi Di Marzio, brillante allenatore sia dello Stabia che del Catania, e per questo applaudita da tutto lo stadio. Lo Stabia non riesce proprio a rendersi pericoloso, pur provando finalmente ad attaccare, soprattutto quando Sottili inserisce pure il neo acquisto De Silvestro, esterno offensivo, ed Esposito, al posto dei giovani oggi molto deludenti Stoppa e Peluso. Il portiere Sala è però solo impegnato dai piazzati di Bentivegna ed impensierito da un tiro di Scaccabarozzi, mentre il Catania comunque non disdegna le ripartenze, che avrebbero potuto consegnare un altro paio di reti, come era capitato anche sabato allo stadio Barbera, quando il Palermo in inferiorità numerica avrebbe potuto dilagare. A questo punto non si escludono decisioni da parte della società, rispetto alla guida tecnica, anche perché il rendimento dello Stabia finora con Sottili era stato positivo solo al Menti, ma dopo questa grave sconfitta interna viene meno anche la solidità tra le mura amiche, di una squadra, che è ormai nettamente impelagata nella zona bassa della classifica. Sabato a Picerno, peraltro contro una formazione di un piccolo centro nettamente avanti in classifica e vittoriosa all’andata al Menti, rischia l’ennesimo flop, e l’unica soluzione appare quella di cancellare completamente un atteggiamento remissivo, che i tifosi stabiesi non vedevano davvero da tempo immemore e che per la passione e il sostegno sempre manifestati a squadra e società, assolutamente non meritano.