Siracusa Calcio: i tifosi senza pregiudizi ma vogliosi di risultati

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I tifosi siracusani non hanno pregiudizi ma hanno fame di risultati

I tifosi siracusani sono complicati, questo è risaputo, ma sanno dare il cuore e l’anima a chi per il Siracusa da tutto. Lo dimostrano i numerosi fatti più o meno recenti che hanno visto il susseguirsi di innumerevoli catanesi tra le fila del Siracusa Calcio. Negli anni ’80 ad esempio Piero Torre era catanese ben voluto dal pubblico siracusano. Mentre, i più recenti sono stati Peppe Mascara ex capitano del Siracusa, grandissima bandiera del Catania e Simona Marletta di origini catanesi, dirigente del Siracusa Calcio nell’era Cutrufo. Entrambi i personaggi sono stati apprezzati e travolti da vere e proprie standing ovation sugli spalti e sui social. Per ultimo, anche se non di origini catanesi ma è stato una vera bandiera per i rosso azzurri, Davide Baiocco, ha indossato la maglia e la fascia di capitano degli aretusei. Adesso i tifosi siracusani sono pazzi per Lele Catania (di origini catanesi), bomber di razza che ha portato per mano il Siracusa dai dilettanti ai professionisti a suon di gol. Per i siracusani “guai a chi tocca Lele Catania” che, se i tifosi potessero, gli darebbero la cittadinanza onoraria.

Le parole di Santangelo da ieri risuonano nelle case dei siracusani; qualche tifoso seduto in tribuna, sui social ha riferito di non aver udito offesa alcuna di genere “territoriale” alla dirigenza. I fatti dimostrano che i siracusani hanno sempre accolto a braccia aperte coloro che hanno sposato la causa azzurra indipendentemente dal luogo di provenienza. Ovviamente ci si distacca da chi, in maniera ignorante, ha usato la discriminazione territoriale nei confronti della dirigenza nelle scorse partite casalinghe.

Gli aretusei dopo decenni di delusioni hanno semplicemente riposto nei risultati le loro speranze, perché unica garanzia per poter dare fiducia incondizionata. Dopo 5 sconfitte su 6 partite disputate per i tifosi è arrivato il momento di cambiare rotta. Il “De Simone” un tempo era considerato “la fossa dei leoni” dove l’avversario, per portare a casa il risultato, doveva sudare le famose sette camicie. Oggi con 3 sconfitte casalinghe su 4 partite disputate, la casa degli aretusei sembra essere diventata luogo di conquista per le squadre avversarie.

Arriverà il cambio di rotta del presidente Alì che tutti i tifosi sperano e gridano a gran voce, oppure le parole di Santangelo diverranno realtà? Si attende il comunicato della società tramite i propri canali social.

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