Comunque finisca questa stagione, un fatto ormai è oggettivo è sempre rimarrà tale: Spalletti è nella Storia del Napoli. Per la prima vola gli azzurri arrivano ai quarti di finale della Champions League. E raggiunge Inter e Milan ai quarti di finale. Piccola nota per tutti i detrattori del Napoli parlando di campionato di basso livello: l’Italia è la nazione con più squadre in quarti di Champions League.
L’Entracht gioca un ottimo primo tempo. Per mezz’ora domina, ma comunque solo sul piano del possesso palla, l’unica azione degna di nota è un’imbucata di Kamada per Gotze al trentesimo minuto del primo tempo. Meret, complice forse l’indecisione dell’attaccante tedesco, anticipa al limite dell’area che blocca. Poi il nulla, non a caso il telecronista brasiliano dichiarerà, a fine partita “Napoli 3, Eintracht nulla”.
Un successo portato tutto per un solo obiettivo: quello di permettere al Napoli di volare e ai suoi tifosi di sognare. E, dulcis in fundo, all’Italia di fare festa: non portavamo tre squadre tra le prime otto di Europa da ben diciassette anni ovvero dalla stagione 2005-06 (furono Juventus, Milan e Inter), un ottimo segnale di speranza per tutto il nostro calcio tanto bistrattato.
il primo gol di Osimhen, di fatto, chiude la partita. Lobotka recupera palla, Politano crossa in mezzo. La pantera nigeriana è sì completamente solo ma, da fermo, decolla saltando più di due metri (2,40 per essere precisi). La palla si insacca nell’angolino più lontano. Osimhen esulta poco, ma il Maradona si esalta eccome perché inzia a sentire il profumo dei quarti.
Profumo che si fa più forte dopo otto minuti della ripresa. Triangolazione fra Politano e Di Lorenzo. Il capitano bionico del Napoli mette in mezzo per Osimhen che raddoppia. Esultanza stavolta rimandata per un incidente. Cadendo, la mano finisce sotto il suo corpo. I tifosi tremano un poco ma il rientro del centravanti fa tirare un sospiro di sollievo.
A metà ripresa arriva anche la gioia per Zielisnki. Fallo proprio sul centrocampista polacco che, senza pensarci due volte, si prende subito il pallone. Kvaratskhelia, il rigorista, non dice nulla. Zielisnki, onestamente, tira un rigore centrale ma non eccelso. Per assurdo il pallone è così lento che Trapp si sposta in “tempo” per non prendere il pallone. E, citando, Caressa “L’ha messo dentro Beppe”.
Il Napoli è sul velluto. E Gassner mette dentro alcuni giovani per risparmiare le forze. Ma Meret mette il citofono facendosi chiamare solo in alcuni casi giusto per far vedere che ha timbrato il cartellino. E Spalletti, giustamente, nel post partita non mette limiti dicendo “Fate i complimenti per questa partita, ma non abbiamo fatto niente”. E non mette limiti a questa squadra. Nel frattempo si gode la sua entrata nella Storia.