Che i procuratori siano un problema del calcio moderno è un dato di fatto. Mino Raiola è un esempio su tutti: basti pensare che il precedente procuratore di Ibrahimovic cedette la sua procura un circostanze sospette e mai chiarite.
O il procuratore di Hysai, che pretendeva che il suo assistito giocasse di più. E Wanda Nara non fa differenza, aprendo un nuovo capitolo di quella che ormai è diventata una vera e propria telenovela (o forse una farsa): il rinnovo di Icardi.
Già due anni fa c’era stato un ballo del genere: nelle tre settimane che servirono per trovare un accordo il capitano dell’Inter non segnò fino all’ufficialità. Ma quest’anno si è raggiunto il ridicolo: dopo le dichiarazioni di Wanda Nara contro Perisic e la squadra (che non servirebbero abbastanza Icardi) è arrivata la risposta di Marotta, niente fascia da capitano ad Icardi, Handanovic nuovo capitano.
E prima Icardi si rifiuta di partire per Vienna (scusa, un problema al ginocchio), poi la buffonata di Nara a Tikitaka con tanto di lacrime e promesse. E oggi il punto definitivo: infatti la procuratrice del giocatore ha posto questa condizione: o viene rispristinata la fascia di capitano ad Icardi, allora il bomber non scenderà in campo, pretendendo anche le scuse per averla persa.
Si aspetta la risposta di Marotta ma sembra che ormai la rottura fra Icardi e l’Inter sia definitiva. E personalemnte sarebbe anche ora. Ma quanto devono contare procuratori e simili sugli affari dei calciatori? Icardi non è il primo calciatore in queste condizioni e non sarà l’ultimo, ma stavolta si è raggiunto il ridicolo.