La festa della mamma per la mia generazione
E’ una festa, è un momento speciale, un giorno da dedicare a chi vogliamo bene, sia che siamo figlie sia mamme. Magari restando a casa a guardare un film con nostra madre, scegliendolo insieme, dando un significato a questa giornata.
Io, ad esempio, credo proprio che me ne starò sul divano di casa a guardare un film con mia madre. Magari, dopo aver vagliato varie opzioni, sceglieremo qualcosa di già visto altre volte e prenderemo dallo scaffale il dvd contenente “Hair”. Si tratta di un musical uscito nel 1979, che da piccola amavo guardare proprio con mia madre. Per questo motivo, guardare quelle scene, ascoltare quelle canzoni, mi riporta indietro alla mia infanzia. Mentre il film Hair, se vogliamo essere precisi, uscì per le prime volte nelle sale quando era mia madre ad essere una bambina.
Film simbolo di quella cultura divampata negli anni Settanta, di un’epoca di grande cambiamento e rivoluzione culturale, testimoniata proprio dal cinema e dalla musica, che ha forgiato i nostri genitori. E, di riflesso, anche noi. Ma in modo diverso.
“Hair” descrive un mondo hippie, fatto di amicizia, libertà, amore, e di stupefacenti, il quale rivelerà al giovane campagnolo Claude una realtà del tutto nuova. A questa si contrappone quella della guerra in Vietnam, dove, per uno strano scherzo del destino, si ritroverà lo scapestrato Berger, scambiatosi all’amico.
Sulle note di canzoni bellissime, che hanno fatto storia, come “Aquarius” o “I got life”, viene descritta la società di quel periodo, con tutte le sue contraddizioni, storture, ma anche con le sue bellezze.
“Hair” ci parla di una generazione che non c’è più, di sogni infranti. Quella dei nostri genitori, che hanno creduto in grandi ideali che non si sono mai realizzati, quegli stessi grandi miti che in noi hanno lasciato disincanto e aridità.
Ciononostante, rivivere quei sogni, anche solo nei fugaci minuti di un film, è un modo per ridargli un senso e, magari, trovare un modo per crederci ancora. Accanto alla propria mamma.
